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Maniero: “Maldini sa ciò che vuole. Che coppia con Recoba! Su Chiesa…”

Cristiano Abbruzzese
Maniero

In diretta a “Taca La Marca”, programma in onda su Radio Musica Television, è intervenuto Filippo Maniero, ex attaccante di Padova e Venezia tra le tante. Maniero si è soffermato sulla situazione del calcio attuale e su tanti altri temi.

Ecco quanto emerso.

La ripartenza: “Penso che in questo momento per quanto voglia bene al calcio si debba guardare al problema che purtroppo persiste. È inutile nascondersi, il sistema deve ripartire quando tutto tornerà alla normalità; già vedere gli stadi vuoti non è normale, se si pensa inoltre alla causa, ciò fa stare ancora più male. Ripartire ora sarebbe irrispettoso per tutte quelle persone che soffrono”.

Decurtazioni: “Questo è un aspetto delicato, tenendo in considerazione le disparità economiche tra i top club di A e il resto del calcio italiano. Decurtare lo stipendio ai calciatori delle serie minori mi sembra una cosa difficile”.

Futuro: “Sto allenando in promozione e cerco di dare consigli ai giovani, mi sto divertendo. Nel calcio poi non si può mai sapere, tra qualche anno potrei allenare in Serie D o C. Ora mi godo la famiglia da cui sono stato un pò più lontano durante il mio periodo da calciatore”.

Gol da ricordare: “Il gol che ricordo con maggiore piacere, che è risultato determinante per la mia prima stagione a Venezia, è stato di tacco contro l’Empoli; eravamo sotto due a zero e in dieci uomini fummo capaci di rimontare e vincere 3-2″.

Recoba e Kluivert: Kluivert aveva grandi qualità sia fisiche che tecniche; probabilmente quando arrivò in Italia era molto giovane e voleva fare qualcosa in più rispetto a quello che poteva. Sia in allenamento che in partita provava il gesto più difficile per impressionare e mostrare le sue capacità, ma a lungo andare questo è stato un suo difetto.

Recoba invece aveva un solo problema, che non gli ha permesso di decollare, era molto pigro durante gli allenamenti settimanali – sottolinea Maniero – non li sopportava, specialmente quelli fisici; li faceva al 20% delle sue possibilità. Invece quando gli davi il pallone si esprimeva al meglio e mostrava tutte le sue qualità. Dal punto di vista tecnico è uno dei migliori con cui ho giocato. Ovviamente tali mancanze nelle grandi squadre le paghi”.

Le vittorie con Padova e Venezia: “A Padova era il primo anno di Serie A dopo 32 anni, partimmo abbastanza male ma riuscimmo a salvarci nello spareggio con il Genoa; fu un grande anno. Da padovano, arrivare a giocare nella massima serie con la maglia della propria città è stato un qualcosa di speciale. Venezia è la parentesi migliore della mia carriera. Ho fatto quasi 60 gol in 4 anni e ricordo il periodo con Recoba, inanellammo una serie positiva che ci portò dalla zona salvezza alle zone alte di classifica”.

Maldini e Boban con il Milan: Maldini è una persona consapevole di ciò che vuole, bisogna capire quali sono le sue direttive e se gli sta bene il ruolo che ricopre. È logico che giocare è una cosa mentre fare il dirigente è completamente diverso. Stessa discorso vale per Boban – prosegue Maniero – un ragazzo eccezionale, ce ne vorrebbero tanti come lui nel mondo del calcio; ma quando ti ritrovi in altri scenari è difficile la convivenza, bisogna trovare il bandolo della matassa e che tutti vadano d’accordo”.

Milik e Icardi: Milik mi piace come calciatore, è un attaccante moderno che sa giocare in ogni modo, non è il classico 9; mentre Icardi è più uomo d’area che non perdona le difese avversarie. Per prolificità è meglio l’argentino, non so se il polacco possa essere utile alla Juventus; dipende molto da Ronaldo e dal suo ruolo in campo, che determina la scelta della sua spalla ideale. Vedendo come è andata con Higuain, ci vuole un attaccante di supporto”.

Chiesa-Juve: “Federico somiglia moltissimo al padre, la progressione in campo aperto è la stessa, le prime volte che lo vidi giocare pensavo fosse Enrico, perché sono anche esteticamente molto simili. Spetterà sicuramente a Federico e alla Fiorentina valutare il futuro. La Juventus in questo periodo fa gola un pò a tutti i giocatori. Se andarci o meno è un altro discorso, un altro anno a Firenze lo farebbe maturare di più, considerato che giocherebbe con continuità; si tratta di una situazione simile a quella di Bernardeschi di qualche anno fa”.