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Stefano Capozucca: “Lewandowski era del Genoa, ma saltò l’affare”

Redazione

STEFANO CAPOZUCCA – Intervistato dalla rubrica “La Buonanotte col Sorriso“, come ripreso da Buoncalcioatutti.it, Stefano Capozucca,  ex direttore del Genoa ha parlato delle sue trattative più importanti da quando ha lavorato per il Grifone, ovvero dal lontano 2004. Da Milito a Lewandowski, ecco le parole di Stefano Capozucca.

STEFANO CAPOZUCCA – Partendo dall’attaccante polacco, arrivato al Genoa ma poi non contrattualizzato, Stefano Capozucca si è così espresso:

“Ho del rammarico per alcuni giocatori che poi si sono rivelati dei campioni, e fra questi Lewandowski, tanto è di dominio pubblico. Il suo nome mi fu suggerito dal suo procuratore, Sergio Berti: io ero a Bergamo insieme a Taldo, allora osservatore del Genoa, a vedere Atalanta-Chievo di Serie A. Sergio Berti mi segnalò questo ragazzo del Lech Poznań, come sempre mi incuriosii e cominciai a guardare alcuni filmati, mandai lo stesso Taldo a vedere in Polonia il giocatore, poi mandai Calligaris, un osservatore, dopodiché andai io stesso, lo feci vedere anche a Gasperini che diede il suo assenso”

[df-subtitle]STEFANO CAPOZUCCA L’attaccante era già stato presentato a Gasperini ma saltò la firma clamorosamente:[/df-subtitle]

“In quel periodo Fabrizio Preziosi faceva il direttore generale, ne parlai con lui che fu convinto delle qualità di questo ragazzo, quindi decidemmo di procedere all’acquisto. Venne qui in Italia r mi ricordo che noi dovevamo giocare il derby. Allora in ritiro alloggiavamo all’hotel Sheraton: prima della partita lo presentammo personalmente a Gasperini. Era qui per le visite mediche e per le firme, però saltò tutto: un vero motivo ancora non l’ho capito. Fu un grande rammarico perché poi è diventato uno dei migliori centravanti al mondo”.

[df-subtitle]Stefano Capozucca ha voluto poi parlare di Milito, svelando un clamoroso retroscena. Il giocatore avrebbe dovuto vestire la maglia di un altro club al suo primo anno in Italia:[/df-subtitle]

“Il miglior giocatore che penso di aver preso nella mia carriera è senza dubbio Diego Milito: un giocatore fantastico, cosa dimostrata anche vincendo il Triplete con l’Inter dove è stato fondamentale per raggiungere quei trofei.

L’acquisto di Milito nacque innanzitutto con una casualità: in quel periodo ero alla Ternana ed eravamo al primo posto in classifica (parlo del mese di novembre), ma il nostro centravanti, Borgobello, venne richiesto dalla Fiorentina.

Quindi io dovetti sostituire Borgobello, feci un’indagine in giro e Luciano Moggi mi fece parlare con Ceravolo, il suo scouting, che mi diede delle cassette dove c’erano alcuni giocatori. Tra questi giocatori anche Diego Milito del Racing Avellaneda.”

Dalla Ternana al Genoa: Milito arrivò poi sotto la Lanterna e fece le fortune dellInter 

Fu un giocatore che mi colpì subito, anche se per certi versi ero perplesso. Mi aveva ad ogni modo ispirato, quindi chiesi informazioni apprendendo quelle che erano le caratteristiche di questo ragazzo e iniziai una trattativa. Era rappresentato da Pablo Cosentino e da Alessandro Moggi, figlio di Luciano. Però nel frattempo io ero stato accostato a Preziosi per andare al Genoa: non andai a gennaio ma avevo già firmato per il club. In quel frangente feci una scorrettezza nei confronti della Ternana: Milito avrei dovuto prenderlo per la Ternana, ma avendo firmato per il Genoa lo indirizzai lì”

 

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