Riparte la serie A: a chi interessa veramente?

Domani, con il derby emiliano Parma-Spal alle 12.30, riparte la Serie A. Il turno si chiuderà lunedì sera con Sassuolo-Brescia alle 18.30, in mezzo ci sarà pure il tempo di vedere Juventus-Inter domenica alle 20.45. I sei match in programma sono tutti recuperi della settima giornata di Serie A.
Le domande che ci poniamo o che almeno si pone il sottoscritto sono: quanto realmente interessa in questo momento il destino di questo campionato? E poi ancora, riparte il campionato a porte chiuse, almeno fino ai primi di aprile, poi si vedrà, ma siamo sicuro che, vista l’emergenza, non si fermerà nuovamente e forse del tutto?
Difficile trovare una risposta al momento soprattutto al secondo quesito, al primo ci arriviamo fra un attimo. La situazione in Italia, non per fare il menagramo, è drammatica, e forse è non chiara a tutti.
La Lombardia, in piena emergenza sanitaria, dovesse diventare tutta zona rossa – ci arriveremo di questo passo, i numeri e le equazioni non mentono – come potrebbe permettere il regolare svolgimento di partite in una zona in cui potrebbe diventare complicato entrare e uscire?
Altri sport penalizzati, non c’è solo il calcio
D’altronde già altri sport stanno subendo gravi danni, il ciclismo, per l’impossibilità di “giocare a porte chiuse”, ha già visto annullare Strade Bianche, Tirreno-Adriatico e Milano-Sanremo, e il Giro è a forte rischio.
Sono state cancellate attività amatoriali e dilettantistiche, le finali di Coppa del Mondo di Sci, la prima tappa di MotoGp ed è a rischio anche il Gp di Formula 1 in Australia. Rugby, Volley, Basket, tutti fanno il conto con le cancellazioni. La Federazione italiana di Bridge ha sospeso tutta la propria attività e a cascata, come un effetto domino, col passare dei giorni altri si uniranno a queste sospensioni.
In più in Europa arrivano restrizioni verso tutto ciò che italiano e secondo voi, nei prossimi turni di Champions League (per chi passerà il turno) o Europa League, ci saranno squadre disposte a venire a giocare in Italia? Ho i miei seri dubbi.
Senza volerci mettere a fare il conto di ammalati, eccetera, a quello ci stanno riuscendo, ahinoi, benissimo le grandi testate italiane, la situazione non pare vicina all’assestarsi e dunque: siamo proprio sicuri che il campionato potrà continuare “regolarmente”? (E in generale tutto il calcio europeo?) Se di regolarità si può parlare in un momento come questo.
Riparte la Serie A: ma quanto durerà?
E il calcio giocato? Quello che ci si chiedeva all’inizio di questo pezzo è quanto possa effettivamente interessare lo scontro al vertice, quello per la Champions League, la zona retrocessione, le diatribe Inter-Juve – che esistono solo nella testa dei tifosi, Agnelli e Zhang sono due facce della stessa medaglia e le loro rette si intersecano spesso e volentieri più di quello che crediamo.
La regolarità, in tempo di crisi, è andata già a farsi benedire, è vero che forse sarebbe opportuno che lo sport continuasse, in questo momento avremmo bisogno di una mano delicata che ci sfiori la fronte per confortarci e una bella partita di calcio sarebbe un toccasana. O almeno così ci piacerebbe credere, per poter dimenticare per qualche minuto in che modo le nostre vite stanno venendo cambiate dall’effetto Coronavirus.