Insigne: “Giocare con Higuain era bellissimo, Ancelotti…”

INSIGNE HIGUAIN ANCELOTTI – Oggi al Toronto, Lorenzo Insigne ha ripercorso la sua lunga esperienza al Napoli ai microfoni di Radio Serie A.
Così l’attaccante esterno: “Il mio sogno è sempre stato quello di indossare la maglia del Napoli, ci sono riuscito con i sacrifici della mia famiglia; se ripenso al passato ho tanti bei ricordi, come l’esordio e il primo gol in Champions. Mi sono goduto tutti i momenti.
Il tiro a giro? Non l’ho inventato io. Sono napoletano, non sarò mai juventino, ma l’ho imparato guardando Del Piero. Sono cresciuto in quegli anni in cui lui era famoso per questo tiro e mi sono ispirato a lui“.
INSIGNE HIGUAIN ANCELOTTI – Prosegue: “Giocare con Higuain era bellissimo perché lui rende tutto più facile, è fisico, ma riesce a venirti incontro a giocare bene con i piedi. Giocare con lui è stato straordinario. La finale di Coppa Italia 2014 per me è stata emozionante per la doppietta e la prima vittoria di un trofeo con il Napoli, peccato che non abbiamo potuto festeggiare per la tragedia che era avvenuta prima del match all’Olimpico.
Il momento più difficile? La rottura del crociato è stata difficile, perché ero anche giovane, ma ho fatto un recupero lampo di quattro mesi grazie anche allo staff del Napoli che ha fatto un lavoro straordinario. Anche se fisicamente sono stato bene in ritiro con mister Sarri. Con lui abbiamo giocato un calcio spettacolare, che avrebbe meritato di alzare il trofeo alla fine“.
Continua: “Ancelotti? Quando è andato via sono stato incolpato per averlo fatto allontanare. Conoscendo De Laurentiis, non potrei mai essere stato io. Col mister ho un buon rapporto, lo sento ancora, ma qualcosa non funzionò e gli allenatori sono sempre quelli che pagano. Né io, né i miei compagni lo abbiamo allontanato, a volte ci sono annate difficili. Poi la sua carriera parla per lui“.
Infine: “Quando le cose non vanno bene, tutti i tifosi criticano. In undici anni ho avuto un gran rapporto con loro, logicamente essendo il capitano, avevo più responsabilità. Il tifoso accetta la sconfitta se vede che la maglia l’abbiamo sudata fino all’ultimo. Mi dispiace per l’anno scorso, ma nel calcio è difficile ripetersi“.
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