Ancelotti in cattedra: ” Vi parlo del mio modo di allenare e del gruppo “

Il tecnico del Napoli, Carlo Ancelotti, è intervenuto all’Università Vanvitelli di Napoli per affrontare la tematica “La gestione del gruppo e delle risorse umane in un top club dagli anni Novanta ad oggi“.
“Si è innanzitutto persone. Non sono un allenatore, ma un uomo che fa l’allenatore – ha dichiarato – Bisogna saper ascoltare. Potrei pormi su un piano di superiorità per l’autorità che ho, ma non lo faccio: preferisco essere allo stesso livello. Credo che la trasmissione diretta sia il metodo migliore per avere la giusta applicazione perché dà una maggiore convinzione. Si può usare l’autorità e si può usare l’autorevolezza. Per far saltare il cavallo o si usa la frusta o la carota: non c’è un metodo universale ma si varia in base al carattere. Un’altra componente è la credibilità, nei momenti di difficoltà spesso i presidenti mi hanno chiamato per dire che ho un rapporto morbido con i calciatori. Anche in Inghilterra, in Francia, in Germania: non è solo un costume italiano. Io però non ho nelle corde questo tipo di atteggiamento. Non voglio l’esecutivo di ordini, non voglio soldati. Qui giochiamo a calcio“.
– Come si gestisce un giocatore che vuole cambiare squadra?
“Si manda via, semplice“.
– Come si tengono insieme tante primedonne?
“Cristiano Ronaldo è una primadonna per i media e l’ambiente, ma c’è un luogo che è lo spogliatoio dove si è tutti uguali. Nel posto di lavoro è trattato come gli altri. In generale comunque il giocatore più forte non lo è per caso, non è una questione solo di talento. Ci devono essere anche personalità e condizione fisica. I calciatori ormai sono delle industrie e ho notato molta professionalità in Cristiano Ronaldo, Ibrahimovic, Beckham. Ai miei tempi non lo si era per niente: non c’era prevenzione, si abusava della preparazione. Oggi a 60 anni ho artrosi, mal di schiena, operazione alla cervicale, ma adesso è tutto diverso. Io non li ammazzo i giocatori sul campo, poi la tecnologia ci aiuta: abbiamo dei dati che ci permettono di fare preparazioni mirate e questo ha ridotto i tempi di lavoro“.
– Che idea si è fatto del comportamento negli stadi?
“Ci sono comportamenti negativi che all’estero sono stati quasi totalmente debellati. Si deve avere rispetto, non è una cosa complicata. In questo senso in Italia le cose non sono cambiate: ignoranti e maleducati continuano ad andare negli stadi. Ho sentito un’intervista di Gravina e lui sta semplificando questa norma che esiste. Sento dire ‘Ancelotti non può fermare le partite’, ma noi abbiamo solo chiesto quando ci sia un insulti territoriale o razziale. In Bologna-Juve è stato preso di mira un ragazzo di 20 anni, è giusto fermarsi temporaneamente per calmare gli animi. È solo questo“.
– Quanto tempo serve per costruire un gruppo vincente?
“Non saprei, non è un percorso lungo comunque. Il Napoli ha costruito un progetto vincente: negli anni è salito dalla C alla Champions con i bilanci a posto. Vincere è un’altra cosa ed è impossibile fare delle stime. La vittoria è legata a dei dettagli, ma questo gruppo può vincere. Sono convinto a sensazione che non ci sia da aspettare tanto, perché la squadra mi sembra forte. La società ha investito bene, il gruppo è giovane e sano e si investirà ancora“.
– Come si gestisce un giocatore problematico?
“Ogni tanto c’è qualcuno che tarda agli allenamenti ma ci sono delle regole interne di disciplina gestite dai calciatori stessi. Niente di particolare. Io comunque non mi sono mai permesso di controllare la vita privata dei calciatori. Meglio un giorno di vacanza che un giorno di allenamento fatto male“.