Gabbiadini e il Covid-19: “Ora sto bene, mi sono arrivati 400 messaggi”

Gabbiadini ha superato il Covid-19 ed è tornato alla normalità, alla vita di tutti i giorni.
Ecco alcuni passi raccolti dal Corriere dello Sport
“Sto bene, ora è tutto a posto. La prima settimana ho avuto un giorno la febbre, altri 5-6 una brutta tosse, in più non sentivo gli odori e avevo un po’ di mal di schiena. Neppure la seconda settimana ero al 100%, ma poi si è sistemato tutto. Mi sono arrivati 400 messaggi solo su WhatsApp, mii ha fatto piacere questo affetto”.
La preoccupazione per l’attaccante della Sampdoria è stata soprattutto per tutta la famiglia, per la quale sono state prese delle precauzioni.
“Per Gabbiadini il primo pensiero, più che per le mie condizioni di salute, è stato per loro. La prima settimana ho dormito da solo, isolato in una parte della casa. All’inizio è stata dura vederli poco e non poterli abbracciare. Dalla seconda settimana con i guanti e la mascherina qualche volta ho iniziato a prenderli in braccio: non resistevo più…”
Prenderli in braccio, una volta guarito, ha significato per Gabbiadini anche ‘utilizzarli’ come attrezzi per fare esercizi e tenersi in forma. Proprio come ha fatto Cristiano Ronaldo.
“Mi sono allenato con i bambini due settimane prima di Cristiano Ronaldo, quindi mi ha copiato lui… Cercavo di fare il papà e di interagire con i bimbi. Stare chiusi in casa per loro non è facile”.
GABBIADINI NEGATIVO COVID19 – E’ stato il primo calciatore della Sampdoria a risultare positivo al Coronavirus, il secondo in assoluto in Serie A dopo Rugani della Juventus. Parliamo ovviamente di Manolo Gabbiadini, attaccante blucerchiato. E’ stata una mazzata, come ha detto lui stesso. Ma ora, fortunatamente, l’incubo sta per finire: la sua esperienza, infatti, è quasi alla conclusione.
E in attesa di scoprire se e quando il campionato riprenderà, l’ex Southampton ha parlato a Sky Sport. Ecco le sue parole.
GABBIADINI NEGATIVO COVID19 – Sulla malattia: “Questa tragedia mi ha colpito profondamente, così come ha colpito milioni di italiani e di persone in tutto il mondo. Ero qua a casa, pensavo soprattutto ai miei genitori che sono chiusi in casa da un mese e ho detto che bisognava fare qualcosa. Noi che abbiamo visibilità possiamo fare tanto per persone meno fortunate di noi”.