Daniel Maldini: “Ci sono ancora molti pregiudizi sul cognome che porto, ma…”

Daniel Maldini, fantasista del Monza e protagonista di un’ottima seconda parte di campionato, ha affrontato anche il tema Nazionale: le parole

Non dev’essere semplice gestire il peso di un cognome pesante quanto quello di un nonno, prima e di un padre, poi, entrati a piedi pari nella storia del calcio, del Milan e della Nazionale italiana. Daniel Maldini, nipote di Cesare e figlio di Paolo, ex capitano e dirigente rossonero, sta cercando di affrontare il tutto con la massima naturalezza di un ragazzo di ventidue anni in cerca della propria consacrazione, talvolta, lottando contro i pregiudizi delle raccomandazioni. Protagonista di un’ottima seconda parte di stagione con la maglia del Monza, in virtù delle tre reti messe a segno, una delle quali stupenda, contro il Cagliari, oltre a quelle decisive ai fini del risultato contro Salernitana e Genoa, Daniel Maldini ha rilasciato un’intervista a La Gazzetta dello Sport nel corso della quale ha parlato anche della possibile convocazione con il Venezuela. Ecco un estratto delle sue dichiarazioni:

Daniel Maldini: “Ci sono ancora molti pregiudizi sul cognome che porto, ma…”

“Mi avevano contattato, poi, non ho sentito più nulla. Dopo l’amichevole contro l’Italia si è tornato a parlare di un possibile futuro con la Nazionale venezuelana, ma non ho ancora ricevuto nessun segnale dalla Federazione. Devo trovare la mia dimensione col Monza, anche perchè penso di esser molto più di un cognome. In campo non ho notato atteggiamenti particolari nei miei confronti, mentre fuori dal campo penso ci sia ancora gente che mi considera un raccomandato, ma non fa nulla. Non ci vedo niente di male. Siamo una famiglia normalissima, parlo con mio padre dopo le partite: m’infonde tranquillità e fiducia. Qui, a Monza, grazie al lavoro di Palladino e Galliani, mi sento molto più coinvolto e consapevole. Credo sia il momento più delicato della mia carriera”, ha chiosato Maldini.