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Udinese, Runjaic: “Qui clima familiare, su Lucca…”

Jacopo Petricciuolo

Udinese Runjaic Lucca – Ad inizio stagione l’Udinese ha deciso di iniziare un nuovo corso dopo le difficoltà degli anni precedenti: per la panchina è stato scelto Kosta Runjaic e i risultati fino a questo momento sono stati ottimi. Ai microfoni di Sky Sport l’attuale allenatore dei friulani ha parlato della stagione in corso e anche del caso-rigore tra Lucca e Thauvin a Lecce.

Sul passato – “Ho fatto tanti lavori, ho iniziato consegnando giornali, poi da studente lavoravo di notte all’aeroporto, era dura. Dopo ho fatto l’agente immobiliare, l’assicuratore, ho lavorato nella gastronomia e in quel periodo ho fatto anche l’allenatore nella quinta e nella sesta divisione. Il giornalista? È stato più tardi, ho fatto un’esperienza con la tv ZDF. Ho fatto tante cose diverse prima di diventare un allenatore professionista. Sono state buone esperienze da cui mi porto dietro tante cose ora che sono allenatore. È importante rimanere equilibrati per trasmettere energia positiva ai ragazzi. Qui si sorride molto, è una cosa importante non solo per me ma per tutto l’ambiente“.

Su Lucca – “Per me è stata una cosa normale nel momento in cui non ha rispettato le regole della squadra. Si è dimenticato delle regole per un attimo, ma penso che abbia imparato la lezione. È stato un episodio, abbiamo vinto quella partita e per me è un caso chiuso, ora va tutto bene. Alla fine è tutta esperienza, per me, per Lucca e per la squadra“.

Udinese, Runjaic: “Qui clima familiare, su Lucca…”

Clima nella società – “Penso si percepisca quotidianamente che è un club con un clima familiare. Per esempio, a 83 anni Giampaolo Pozzo arriva ancora tutti i giorni alla mattina presto, fa la sua passeggiata e poi inizia a lavorare per il club. Anche quando alla sera me ne vado, la sua macchina è ancora lì nel parcheggio. Questo mi ricorda ogni giorno cos’è e cosa significa l’Udinese. Mi sento un po’ come a casa qui. Forse è perché Slovenia e Croazia sono vicino. Io sono nato a Vienna, non mi sento uno straniero”.

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