Theo Hernandez e l’addio al Milan: parole dure, milanismo smarrito
Theo Hernandez torna a parlare del Milan
Da Riad, Theo Hernandez ha scelto la Gazzetta dello Sport per rompere il silenzio sul suo addio ai rossoneri. Lo fa con parole nette, personali, senza cercare attenuanti. “Qui sto da dio. È stata la scelta migliore. L’unico neo è il traffico, tremendo”, racconta parlando della nuova vita lontano da Milano.
Il rapporto con il club e la rottura
Il nodo, per Theo Hernandez, non è mai stato tecnico. “Io non sarei mai andato via. La mia priorità era restare”, spiega, chiarendo come la separazione sia maturata per scelte societarie non condivise. “La direzione che ha preso il club non rispecchia i valori e l’ambizione che mi hanno portato qui”. Un passaggio chiave riguarda l’uscita di Paolo Maldini: “Quando sono arrivato c’erano Massara, Boban e Maldini. Dopo Paolo è cambiato tutto, in peggio”.
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Gli errori e le accuse respinte
L’ex terzino non si sottrae alle responsabilità. “So di aver commesso errori, come le espulsioni con la Fiorentina o il Feyenoord, ma siamo umani”. Respinge però con forza alcune voci: “C’è chi vuole rovinarti la vita e la carriera. Sono stato male nel leggere certe cose, ma la mia famiglia sa che non è vero”.
Il milanismo e il futuro
La ferita resta aperta. “Avrei meritato un trattamento migliore”, confessa, prima della frase più dura: “A parte Ibra, la mancanza di milanismo si sente”. Il legame emotivo con il Milan rimane, ma la porta è chiusa. “Tornare? Ora voglio vincere qui. Finché ci sono certe persone, non torno”.
