Salta al contenuto

Kean si racconta: ‘Fortunato a giocare con Mbappé, Neymar e CR7’

Samuele Zarlenga
Fiorentina Kean

L’attaccante della Fiorentina e della Nazionale Moise Kean si è raccontato ad un’intervista a Vivo Azzurro TV. Il classe 2000 ha ripercorso le varie tappe della sua carriera, soffermandosi maggiormente sulle esperienze estere con le maglie di Everton e Psg. Il centravanti viola però, ha anche parlato della sua infanzia e di come viveva il calcio fin da piccolo. Di seguito le sue parole.

KEAN: “SCAVALCAVO PER GIOCARE A CALCIO. IN NAZIONALE POSSIAMO FARE GRANDI COSE”

Così Kean sul suo passato: “Andavo in oratorio, giocavamo fino a tardi sfidandoci in tornei cinque contro cinque. Il parroco a un certo punto doveva chiudere e ci faceva uscire, noi aspettavamo che se ne andasse e scavalcavamo per tornare a giocare. Per il calcio si fa di tutto”.

Sull’Italia: “Ricordo il Mondiale del 2006, avevo 6 anni e il bar in piazzetta era sempre pieno. Vedevo quanto ci teneva la gente e mi dicevo: un giorno voglio vestire la maglia dell’Italia perché voglio che la gente viva queste emozioni per me e per la mia squadra. Ho sempre sognato di indossare la maglia della Nazionale. Speriamo che scenda qualcuno al bar a vedere noi alzare quella Coppa. Sarebbe qualcosa di davvero indescrivibile. La Nazionale di oggi è un ottimo gruppo di giovani, ci siamo ritrovati qui con tanti ragazzi con cui eravamo compagni in Under 21. Il mister ci dà fiducia, crede in noi e questa è la nostra forza. Possiamo fare grandi cose”.

Sulle esperienze all’estero: “In Inghilterra una bella esperienza, anche se non è andata come avrei voluto. Ma si può imparare da tutto e dai momenti difficili puoi sempre uscirne. L’estero mi ha aperto gli occhi, mi sento fortunato ad avere giocato con tantissimi campioni come Mbappé, Neymar e Cristiano Ronaldo”.

Infine, Kean ha concluso parlando della sua grande passione oltre al calcio, la musica: “La musica mi è sempre piaciuta: nella mia famiglia ci sono sempre stati sport e musica. Era il mio sogno fare musica e far uscire la mia musica. Con il mio disco ho voluto lanciare ai giovani di oggi un messaggio: se sei bravo a fare più cose, perché non farle? Scrivo a casa dopo l’allenamento o quando sono in trasferta. È una cosa che mi calma e che mi rende felice”. 

 

LEGGI ANCHE:

  1. Roma, è corsa a due tra Pioli e Sarri per il post-Ranieri
  2. Bologna, agente Lucumì: “Ottimi rapporti col Napoli, in passato…”
  3. Futuro Italiano, il Bologna sbarra la strada al Milan: rinnovo pronto