Inghilterra, contratti oltre 5 anni: sfida aperta alla FIFA
L’Inghilterra, con una mossa che sfida le consuetudini calcistiche internazionali, consente ai club di stipulare contratti più lunghi di cinque anni, una decisione che sta sollevando interrogativi sulla risposta della FIFA.
Il caso Haaland: un accordo da record
Il Manchester City ha annunciato il rinnovo del contratto di Erling Haaland per 9,5 anni, fino a giugno 2034. Questo accordo, impossibile in altri paesi europei a causa delle normative FIFA, è stato possibile grazie alla legislazione britannica, che non pone limiti alla durata dei contratti.
Il regolamento FIFA e il limite dei cinque anni
Secondo l’articolo 18 del Regolamento sullo status e i trasferimenti dei giocatori, i contratti a tempo determinato non possono superare i cinque anni, a meno che la legislazione nazionale consenta diversamente. Questo è il caso del Regno Unito, dove la Premier League non pone restrizioni sulla durata degli accordi.
Le implicazioni economiche e strategiche
Il rinnovo di Haaland non è solo una mossa sportiva, ma anche una strategia finanziaria. Con contratti così lunghi, i club possono diluire l’ammortamento dei costi, rendendo più sostenibili gli investimenti. Tuttavia, la UEFA e la Premier League hanno introdotto un limite di ammortamento di cinque anni, indipendentemente dalla durata del contratto, per garantire il rispetto del fair play finanziario.
Un precedente per il futuro del mercato calcistico?
Questa nuova tendenza potrebbe rivoluzionare il mercato, con club inglesi avvantaggiati rispetto alle squadre di altri paesi. Allo stesso tempo, crea un precedente che la FIFA potrebbe dover affrontare, data la possibile disparità tra le leggi nazionali e le normative internazionali.
Il punto di svolta per il calcio europeo
Mentre il caso Haaland dimostra il potenziale di questa nuova libertà contrattuale, resta da vedere se altri campionati adotteranno misure simili. Per ora, l’Inghilterra sembra aver trovato un vantaggio competitivo unico, con il Manchester City che blinda il suo “Cyborg” norvegese per quasi un decennio.