Salta al contenuto

Velazquez: “Amo l’Italia e Maradona. Ho studiato la storia dell’Udinese, con Pozzo…”

Redazione

[df-subtitle]Ecco uno stralcio dell’intervista rilasciata per il Messaggero Veneto da Julio Velazquez, nuovo allenatore dell’Udinese che fra pochi giorni esordirà ufficialmente sulla panchina friulana[/df-subtitle]

Velazquez, quando è arrivata la telefonata di Gino Pozzo che le offriva la panchina dell’Udinese è rimasto sorpreso? 

«No, era una normale situazione di calcio. Poi è chiaro che se una società come l’Udinese pensa a te, è una novità molto positiva».

A Udine si erano fatti tanti nomi di tecnici, il suo no.

«Un allenatore di un paese straniero è sempre più difficile da individuare. Come dissi il giorno della mia presentazione io e l’Udinese ci parlavamo da nove mesi».

Cosa sa della storia del club?

«Ci ha giocato Ricardo Gallego. Al Mondiale del ’90 la Spagna giocò il girone di qualificazione a Udine, Michel segnò tre gol al Friuli con la Corea. L’Udinese ha fatto grandi cose con Guidolin, e in precedenza con Spalletti e Zaccheroni».

Da bambino aveva un idolo come calciatore o come allenatore?

«Il giocatore che accendeva più la fantasia era Maradona, ho apprezzato Sacchi e poi Maturana che, chiusa la parentesi con la nazionale colombiana, venne ad allenare il Valladolid, la squadra della mia città. Avevo dieci anni che andavo a vedere i suoi allenamenti».

La squadra che ha giocato il calcio migliore degli ultimi trent’anni?

«Il Barcellona di Guardiola. Tre i fattori fondamentali. Uno: il livello dei giocatori. Due: i singoli che erano un gruppo della stessa età al top della carriera. Tre: l’idea di gioco di Pep, che ha permesso di esaltare le qualità dei singoli».

Si è creata una certa empatia tra le varie componenti. del club. Poi bisognerà attendere i risultati del campo, ma le premesse sono confortanti …

«Daniele Pradè è un dirigente top. Bravissima persona oltre che ottimo professionista. Sono contento del clima che si è creato, i giocatori lavorano in maniera molto rigorosa rispettando tutti».

L’intervista integrale la potete trovare sul sito del Messaggero Veneto