Stagione Milan, sprofondo rossonero: un disastro annunciato

Complice anche la sconfitta in finale di Coppa Italia, la stagione del Milan si rileva ancor più fallimentare del previsto: tutti colpevoli
STAGIONE MILAN – La Coppa Italia, trofeo notoriamente snobbato e da sempre declassato a premio di consolazione o marginale, presenta un’aggravante: ti logora solamente quando non la conquisti. Nel caso del Milan, non avrebbe riabilitato una stagione a dir poco disastrosa in ogni sua sfaccettatura, ma rende ancor più negativa un’annata cominciata male e finita peggio. Nella sconfitta dell’Olimpico, contro il Bologna, il Diavolo perde anche – probabilmente – l’unico e ultimo treno disponibile per l’Europa, per una qualificazione alle Coppe trasformatasi ancor più in un miraggio sportivo. La partita di Roma giocata dai rossoneri (sono lontani i tempi della rinomata maglia bianca nelle finali disputate dal club…) rispecchia fedelmente la stagione condotta da una squadra ottava in classifica e che ha collezionato delusioni in serie.
Perché da Zagabria, a Rotterdam, passando per Roma, il canovaccio inscenato dal Milan mette in mostra uno spettacolo indecoroso, senza arte e né parte, in cui l’incompetenza dei piani alti viene, addirittura, spiattellata con supponenza. Nella stagione a tinte rossonere tutti sono colpevoli, ma a pagare potrebbero essere sempre gli stessi. Eppure, tra qualche teatrino americano di fine primo tempo – kiss cam a San Siro, magliette sparate dai cannoni a fine primo tempo di partite in cui si chiude in svantaggio (cosa ampiamente nota nel corso dell’annata) – ci sarebbe anche qualche partita da giocare. Il senso di appartenenza alla maglia è completamente svanito da quella mattina del 5 giugno 2023, la dedizione alla causa mostrata solamente in modo sporadico e per amor proprio del singolo che non si batte per un collettivo.
Milan, una stagione fallimentare: Coppa Italia ultima, grande delusione
La realtà di questo Milan supera ogni fantasia. Anzi, proprio ogni incubo peggiore. La cronaca di un disastro annunciato si materializza a inizio stagione, nel momento in cui tra gli assi presenti nel mazzo di carte degli allenatori da poter cogliere, tra i quali Conte e Allegri – solo per citarne due – il gruppo di lavoro integrato affida la squadra a Julen Lopetegui (saltato solo per la mozione del popolo social), prima, e Paulo Fonseca, poi. Ottimi allenatori, certo, ma probabilmente ciò che non ci si aspettava dopo una seconda stella sbattuta in faccia al Milan dall’Inter in un Derby che rimarrà nella storia e un ciclo di Stefano Pioli terminato da mesi e mesi. Non ciò che serviva a questa squadra, a questi interpreti.
Poco calcio, tantissimi giochi di potere: questo Milan proprio non va
Roma caput Mundi del fallimento: l’ultimo peccato capitale compiuto dal Diavolo si materializza in una serata completamente negativa, che parte da lontanissimo e che non riguarda solamente 95 minuti di calcio (non) giocato. Povero Diavolo, che pena che fai. Una Coppa, spesso snobbata e indigesta da ventidue anni, genera ulteriori rimpianti in una stagione – a tratti – surreale, giocata più tra le scrivanie e gli uffici del potere che su un campo di calcio. Rossi come la mestizia, neri come l’umore di milioni di tifosi che assistono a uno sprofondo nella più profonda mediocrità. La SuperCoppa Italiana resta l’unico flash in un buio senza fine.