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Man United, Bruno Fernandes svela: “Il club voleva mandarmi via”

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Bruno Fernandes

Bruno Fernandes è uno dei top player presenti nella rosa del Manchester United ed è stato il faro a cui i Red Devils si sono rivolti nei momenti di grande difficoltà passati in questi ultimi anni. Anche nel folle match di ieri contro il Bournemouth terminato sul punteggio di 4-4, il portoghese si è reso protagonista, fornendo un assist a Casemiro e soprattutto trasformando una bellissima punizione dal limite dell’area, portando i suoi sul momentaneo 3-3.

Nonostante il grande contributo fornito da Bruno Fernandes alla causa dello United, in una recente intervista ha rilasciato delle dichiarazioni shock, affermando che, nel corso della scorsa estate, la società avrebbe voluto cederlo, sebbene la volontà dell’ex Udinese e Samp fosse quella di restare a Manchester. Un comportamento che ha deluso non poco il classe ’94 come manifestato dallo stesso centrocampista ai microfoni di Canal 11.

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MANCHESTER UNITED, BRUNO FERNANDES: “IL CLUB VOLEVA CHE ME NE ANDASSI, MA NON PENSO ABBIANO AVUTO IL CORAGGIO DI PRENDERE QUELLA DECISIONE”

“VOLEVANO MANDARMI VIA” – Avrei potuto fare come fanno in tanti e dire: “Voglio andar via, basta non voglio più allenarmi”. O ancora dire: “Voglio partire per 20 o 30 milioni, perché dall’altra parte mi pagano di più”. Eppure non l’ho mai fatto. Non mi sono mai sentito nella posizione di farlo, perché ho sempre percepito che l’empatia e l’affetto che avevo per il club fossero reciproci. È però arrivato un momento in cui, per loro, i soldi diventano più importanti di qualsiasi altra cosa. Il club voleva che me ne andassi, questo ce l’ho ben chiaro in testa. L’ho detto anche ai dirigenti, ma penso che non abbiano avuto il coraggio di prendere davvero quella decisione“.

“SONO RIMASTO, MA MI HA FATTO MOLTO MALE”Ho deciso di restare anche per motivi familiari, ma soprattutto perché mi piace davvero questo club. Anche il confronto con l’allenatore è stato determinante per la mia scelta. Però, dalla parte del club, ho avuto la sensazione che nella loro testa era un:”se te ne vai, per noi non è un grosso problema”. Questa cosa mi ha fatto molto male. Più che ferirmi, mi rende triste, perché sono un giocatore sul quale non c’è nulla da criticare: sono sempre disponibile, gioco sempre, bene o male che vada. Do tutto me stesso”.

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