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Immobile sull’addio alla Lazio: “Ero alla fine di un ciclo”

Samuele Zarlenga
Lazio Immobile

Ciro Immobile si è raccontato ai microfoni di Sky Sport, ripercorrendo il suo addio alla Lazio e l’arrivo in Turchia per firmare con il Besiktas. L’ex attaccante biancoceleste ha lasciato la capitale la scorsa estate per 3 milioni di euro, raccogliendo nei suoi otto anni alla Lazio ben 207 gol in 340 presenze.

“AVEVO VOGLIA E FAME DI RICOMINCIARE”

Queste le parole di Immobile: “Durante il viaggio dall’Italia alla Turchia ho avuto pensieri positivi: avevo entusiasmo nel dover affrontare questa nuova avventura, nel voler partire col piede giusto. La mia mente era proiettata a fare bene: mi piaceva il fatto di dover cambiare, ma allo stesso tempo ero un po’ spaventato dopo otto anni di Lazio. Ma alla fine avevo l’entusiasmo che hanno tutti quando cambiano squadra: avevo vogliafame di ricominciare, di avere nuovi stimoli.”

IL TRASFERIMENTO AL BESIKTAS-Mi serviva però un impatto così in Turchia: sono entrato, ho segnato due gol, sono stato nominato miglior giocatore della partita e ho alzato il trofeo. Dà una certa carica. Qui sto benissimo, questo stadio ti avvolge. Il campionato è di buon livello e sono venuto qui per continuare a fare quello che mi piace: divertirmi“.

“SONO FINITO IN UN VORTICE PIÙ GRANDE DI ME”

Immobile ha parlato delle difficoltà vissute nel suo ultimo anno alla Lazio: “Dopo l’addio di Sarri, ho vissuto un periodo davvero molto tosto. Da capitano mi sono accollato delle responsabilità che nemmeno pensavo di avere: non ero pronto e sono finito in un vortice più grande di me. E poi è chiaro: se non sei lucido di testa, le gambe non girano come dovrebbero e ti fai male, esattamente come mi è successo. Tutte queste cose mi hanno portato a decidere di lasciare e mi è stata molto di aiuto anche mia moglie Jessica: lei aveva visto un Ciro cambiato, io avevo capito di essere a fine di un ciclo. Unendo queste due cose, il risultato è stato questo“.

IL RAPPORTO CON I TIFOSI- “I tifosi della Lazio mi hanno amato alla follia e io ho amato loro allo stesso modo. Ma alla fine stava diventando quasi un amarsi per quanto fatto e non per quello che potevo ancora fare, e questo un po’ mi pesava. Nel calcio i giocatori che vanno avanti sono quelli che hanno più continuità, l’ho sempre pensato. 

“ECCO IL MIO RIMPIANTO” – “Se c’è un rammarico? Sì, quello di non aver salutato i tifosi. Come tutte le storie c’è un inizio e una fine: sarebbe stato bello poter condividere un bel finale insieme, non è detto che un addio non possa avvenire con un sorriso, con gioia. Sarebbe stato come un arrivederci tra due amici che prendono due strade diverse. Quello mi è rimasto sul groppone“.

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