Deulofeu: “Sarà dura, ma voglio fare la storia e tornare all’Udinese”
Gerard Deulofeu non si arrende e non vuole dire basta al calcio giocato. L’attaccante spagnolo non disputa una partita ufficiale da oltre due anni, da Sampdoria-Udinese di gennaio 2023, a causa del grave problema al suo ginocchio destro.
L’obiettivo di Deulofeu è tornare a giocare nonostante i tantissimi mesi di stop e l’Udinese, con cui ha risolto consensualmente il contratto a gennaio di quest’anno, per aiutarlo continua a mettere a disposizione dello spagnolo le strutture necessarie per le cure riabilitative.
DEULOFEU: “VOGLIO FARE LA STORIA E TORNARE IN CAMPO. L’INFORTUNIO? È QUASI UN’INVALIDITÀ PERMANENTE”
Il giocatore classe ’94 ha rilasciato delle dichiarazioni a Diretta Flashscore, in cui ha ripercorso le varie tappe della sua carriera e raccontato le difficoltà legate all’infortunio. Di seguito le sue parole.
RITORNO IN CAMPO – “Sarà molto difficile, ma voglio fare la storia. Penso di poter essere il giocatore che è stato indisponibile per più tempo e che è riuscito a tornare in campo. Sarebbe un record magnifico e bellissimo per me. E voglio farlo per la mia famiglia e per i miei figli. Sono nati sapendo che sono un calciatore e ora che sono un po’ più grandi mi chiedono di tornare, e questo mi spezza il cuore. Il problema è che non ci si può allenare come si dovrebbe, si perde muscolo. A questo si aggiungono le aderenze alla rotula e le aggressioni al ginocchio”.
L’INFORTUNIO – “È più di una lesione, è qualcosa di più vicino a un’invalidità permanente, ad avere una protesi nel ginocchio. Non poter fare un passo perché l’osso si scontra con l’osso è molto più grave. Sto combattendo contro la biologia e anche contro questo (indica la testa). Sono due anni e mezzo che vado avanti. Ho la fortuna che la mia squadra, il mio presidente e i miei colleghi dell’Udinese sono con me. Per fortuna posso allenarmi tutti i giorni. Mi dà molta forza avere la motivazione di potermi allenare ogni giorno nel mio stadio”.
“Ci sono giorni e giorni, e devi avere molta pazienza, stare a casa con la tua famiglia per bilanciare la tua mente emotivamente. Non riesco a contare il numero di volte in cui ho pensato di smettere… ma sa, ho anche un’équipe alle spalle, esperti di psiconeuroimmunologia su cui faccio affidamento. E queste esperienze mi hanno fatto rimanere di sasso. Sarà molto difficile per me arrendermi o gettare la spugna. Il mio è un miracolo e ci proverò fino all’ultimo”.
“Bisogna guarire nella zona della cartilagine, perché senza di essa, con l’urto osso contro osso, sarebbe impossibile tornare a giocare. Ma tutta la cartilagine sta meglio e ora dobbiamo pulire l’area e mettere massa muscolare affinché io possa sentirmi meglio e allenarmi mattina e sera. Prima mi allenavo un giorno e dovevo fermarmi per altri due. Ora il ginocchio sta reagendo bene e, anche se vedo molto lontano il ritorno, questo è un buon indicatore”.
DEULOFEU: “IL MILAN È IL CLUB PIÙ GRANDE D’ITALIA. UDINESE? PUÓ ARRIVARE TRA LE PRIME DIECI”
IL BARCELLONA – “Sono totalmente grato al Barça perché il mio periodo di formazione è stato molto bello e mi ha aiutato a fare una carriera molto importante. Poi ci sono delle sfumature: avrei potuto essere più paziente dopo essere tornato da Milano per affermarmi al Barça e andare in Nazionale. Avrebbero anche potuto darmi un contratto più lungo. Ma il sentimento principale è la gratitudine”.
IL MILAN – “Per la sua storia. Il primo giorno metti piede nella città di Milano e ti fanno capire cosa significa essere un giocatore del Milan. È il club più grande d’Italia, il più storico. Andare a giocare a San Siro è spettacolare. E ho giocato molto bene. Immaginate i bellissimi ricordi che ho. L’affetto dei tifosi, il legame con i tifosi, brutale. Avrei potuto rimanere a giocare con la maglia numero 7 del Milan. Ma non dipendeva nemmeno da me. I proprietari, Berlusconi e Galliani, mi volevano, ma poi è arrivato un altro proprietario che non ha considerato l’opzione”.
“Mi fa un po’ male vedere le cose in questo modo. Vorrei vedere quei giocatori che sentono davvero l’amore per il Milan, perché io l’ho sentito per i mesi in cui sono stato lì. I Davide Calabria, i Sandro Tonali, vorrei vederli a Milano. Che muoiono per la maglia e sanno dove giocare. Quindi, finché non ci saranno giocatori in grado di sentire questa appartenenze, è difficile riportare il Milan dove deve stare”.
UDINESE – “Se saremo costanti, vedo anche noi nella top 10. Perché abbiamo un allenatore che mi piace molto, è molto esigente. Questo è necessario, perché siamo una squadra che varia molto negli acquisti e nelle cessioni, abbiamo giocatori molto giovani in arrivo. Se siamo regolari e non perdiamo punti con le dirette rivali, penso che possiamo arrivare tra le prime 10, questo deve essere il nostro obiettivo”.