Byron Moreno: “Corea – Italia? Nulla di cui scusarmi. Trapattoni codardo”

Prima qualche anticipazione, ora finalmente l’intervista integrale di Byron Moreno a Futbol Sin Cassette. Esatto, proprio lui, l’arbitro più odiato d’Italia che entrò per sempre nella storia del calcio azzurro per aver diretto in maniera a dir poco clamorosa l’ottavo di finale dei Mondiali del 2002 tra i padroni di casa della Corea del Sud e la nazionale italiana allenata da Trapattoni. L’ex direttore di gara ecuadoregno comincia ammettendo l’errore sul fallo subito da Zambrotta, ma per il resto nessuna scusa.
Sul fallo su Zambrotta: “Sì, su Zambrotta era fallo da rosso, senza dubbio. Lo ricordo bene, vicino alla panchina: il peggior nemico dell’arbitro è la tv. Ci sono 20 telecamere e tu sei solo, con due assistenti. Non vidi dove lo colpì”.
Sul sangue di Coco: “Il taglio avviene dopo il contatto con Gattuso, lontano dalla palla. Non per un contatto con un coreano”.
Sulle entrate dure dei coreani: “Alcune non le avevo viste altrimenti le avrei punite. Gli assistenti erano Ratallino e Ferenc, non mi hanno supportato”.
Sui voti a sè stesso: “Ho fatto delle qualificazioni da 9. Per quella partita invece mi darei 8”.
Sul calcio in testa a Maldini: “Guardate quanti giocatori avevo davanti, non l’avevo visto il calcio in testa a Maldini. Il coreano era disperato perché voleva colpire il pallone, io non l’ho vista dalla mia posizione”.
Sul rigore non dato su Totti: “Se c’è un giocatore che vuole danneggiare l’azione, quello è Totti. Il coreano tocca prima il pallone e poi Totti. Lui prende prima la palla, non Totti che va giù dopo. Abbiamo fatto un seminario a Seoul sui falli in area e c’era una giocata di Italia-Camerun: il camerunese va a cercare la palla, l’italiano cerca il contatto e il rigore. Poi, nell’occasione, alzo lo sguardo e non vedo il mio assistente, pensò anche lui alla simulazione”.
Sui rigori per la Corea: “Non ce n’è uno solo, ma due, nella stessa azione: di Coco e di Panucci. Io ho visto il secondo, poi loro lo sbagliarono”.
Sul gol per fuorigioco annullato all’Italia: “Come posso vederlo, da dove sono? Non c’è fuorigioco ma deve dirmelo l’assistente, non io. Era impossibile per me sapere se fosse o meno fuorigioco: ha alzato la bandierina e l’ho dato”.
Sui suoi assistenti in quella gara: “Non posso mettere la mano sul fuoco per i miei assistenti in quella partita. Non ho capito perché non mi hanno messo con Fierro, abbiamo lavorato tanto insieme e ci capivamo con uno sguardo. Era l’assistente di linea uno, non ho capito perché Bomber non fosse con me. Mi ha sorpreso la decisione della FIFA. Non posso parlare male di Jorge Angel-Sanchez, che veniva da Corea – Portogallo, dove c’erano stati problemi. Mi è sembrato strano che fosse con me in quella partita, altri sono stati mandati a casa”.
Sulle discussioni con gli italiani al momento del secondo giallo a Totti: “Loro mi parlavano italiano ma è simile allo spagnolo. Nessuno mi insultò, lo avrei capito. Nessuno ci ha detto niente. Sapevo già che sarei tornato a casa comunque, che non avrei diretto altre gare, avevo già il biglietto di ritorno. Io agli ottavi, Oscar Ruiz ai quarti e poi nessun sudamericano”.
Sulla partecipazione ai programmi in Italia: “Ho avuto tanti inviti a programmi controversi il Italia, erano pagati molto bene. A Mediaset mi volevano pagare 300mila dollari ma non sono andato, non era il momento. Quando è arrivato? Dopo un mese e mezzo, poi dopo cinque mesi. Io andai a un’intervista con Altafini, che era una delle seconde voci più importanti d’Italia. Con me fece 40 minuti di intervista, spezzata poi durante la trasmissione. L’acqua in testa? Lo sapevo già, era una tradizione, lo hanno fatto anche al produttore e al direttore”.
Sulle parole di Di Livio e Panucci che hanno detto che lo avrebbero picchiato dopo la partita: “Ho chiesto di parlare con Totti e Trapattoni dopo la partita ma nessuno ha voluto. Se ho danneggiato l’Italia? No. Non l’ho fatto. Posso non aver visto dei rossi ma non ho danneggiato l’Italia. Non c’era rigore su Totti, non c’è stato niente di strano, le decisioni sono state chiare. Trapattoni è stato un codardo: espulso Totti, ha messo Tommasi quando l’unico capace di attaccare era Del Piero. E’ stato un codardo come sempre”.