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Conte in piazza, Ibrahimovic pure; il Manager non ricercato vince

Anthony Ferrara
Conte Ibrahimovic manager

Antonio Conte da una parte; Ibrahimovic e tutto il gruppo di lavoro, dall’altra; due modi diversi di finire in piazza; il Manager vince

CONTE IBRAHIMOVIC MANAGER – Undici mesi per sentire, nuovamente, il proprio nome osannato in pubblica piazza – in questo caso, Piazza Plebiscito – in seguito a un altro capolavoro, probabilmente il più complicato di tutti, in carriera. Lo stesso lasso di tempo e nel giorno successivo alla festa Tricolore azzurra, che oscura retro pensieri, dichiarazioni pubbliche, evidenti errori di comunicazione e strategici. C’è anche il nome di Zlatan Ibrahimovic, unito agli altri dirigenti che formano il cosiddetto gruppo di lavoro integrato creato da Gerry Cardinale dopo la cacciata di Paolo Maldini, affisso sugli striscioni di contestazione esposti dal cuore pulsante del tifo milanista, nella piazzetta che ospita Casa Milan. E mentre il Diavolo si lecca le ferite per una stagione disastrosa, il decantato “Manager” non scelto da Via Aldo Rossi compie un’impresa anche a Napoli.

Alla presunzione e superbia nelle parole rilasciate esattamente undici mesi fa, nel corso della “quasi” presentazione Lopetegui, a quella effettiva di Paulo Fonseca – all’epoca dei primi mugugni del popolo rossonero – Antonio Conte ha risposto da vincente sul rettangolo verde rendendo operaia e sfacciatamente pragmatica una squadra che aveva necessità di certezze dopo un’annata complicata. “Il Milan non cercava un Manager, ma qualcuno che potesse integrarsi in un contesto dove regni un calcio dominante. Con tutto il rispetto, non abbiamo mai cercato Antonio Conte: non rispecchiava i nostri parametri”, le dichiarazioni del Senior Advisor rilasciate undici mesi fa. Questione di fame di vittoria, di ambizione e di esperienza: mix di ingredienti che rendono vincente il menù del Napoli screditando completamente ogni scelta del Milan.

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Dopo i peccati capitali commessi dal Diavolo dal 5 giugno 2023, i sostenitori rossoneri si sono riversati in Piazza per sottolineare l’inadeguatezza e il fallimento sportivo di scelte che non hanno pagato. Decisioni diametralmente opposte quelle di Aurelio De Laurentiis, Presidente “ingombrante” per carisma e personalità, che ha saputo mettere da parte il proprio ego con intelligenza, presa di coscienza e sagacia calcistica affidando la squadra a un condottiero capace di far riversare, insieme a tutto il gruppo partenopeo – calciatori compresi – un intero popolo in Piazza Plebiscito appena due anni dopo l’ultima volta. La festa comincia, da una parte. La contestazione parte, dall’altra. Sentimenti opposti in pubbliche piazze, ma figli di scelte forti e clamorosi errori.