ZENGA – Walter Zenga, attuale mister del Cagliari è stato il primo ospite di #CasaSkySport. Queste le sue dichiarazioni principali nella giornata del suo sessantesimo compleanno:
“Oggi è la festa della Sardegna, a volte sono dei destini strani che si incrociano. Sono in contatto con i ragazzi, ma non li stresso. In Italia ho allenato in cinque città, tutte di mare e in entrambe le isole. Sento già la squadra mia perché ho approfondito già tante cose ad Asseminello attraverso i video, il confronto con lo staff tecnico, con il Presidente e con i direttori. Ho cercato di colmare le non conoscenze“.
Il rapporto con i calciatori: “Mi fa piacere di essere sempre in contatto e con stima reciproca con chi ho lavorato, questo è una bella soddisfazione. Fa piacere l’essere riconosciuto, con un compagno di squadra è più semplice ma quando sei amico di Vialli, Mancini, Maldini e non sei stato con loro nella quotidianità…“.
Sul Crotone: “Un’annata definire bellissimo è poco, spero di vederli presto in Serie A perché merita“.
La ripresa del campionato: “Non entro nel merito giuridico, prestiti e comproprietà, scadenze… La mia disponibilità da professionista, da sportivo è quella che se ci sono le condizioni, siamo a disposizione per terminare il campionato entro il 2 agosto. Le problematiche sono tante partite in pochi giorni e professionisti fermi da tempo, quindi più esposti ad infortuni e tutto va fatto per gradi“.
Un giovane attaccante alla Totti e Del Piero che Zenga intravede: “Due totem, icone, bandiere, fuoriclasse assoluti. Difficile trovarne. Se un giovane è bravo, dovrebbe prendere da esempio questi perché non basta avere solo il talento ma anche attenzione ai dettagli, essere professionista vero e rinunciare a qualcosa. Loro hanno allenato il talento attraverso la serietà, la cura del loro corpo e il lavoro“.
Zenga sui portieri: “Quando ho esordito nell’Inter, ero fra i più giovani ad esordire. Cragno e Meret mi avevano impressionato, l’area di rigore sembrava casa loro. Quello che più mi assomigliava era Perin. Tralascio Buffon che ha esordito nel Parma giovanissimo e ha giocato un milione di partite, e sta ancora giocando. E’ un esempio, mantenere la concentrazione a quei livelli…”.
Sull’Inter: “Mai sentito lo stress della partita prima, A volte esageravo con le urla per dare indicazioni… Io e Beppe Bergomi abbiamo fatto tutta la trafila, siamo nati nell’Inter. Quando l’ho affrontata, la prima volta è stato difficile, era un Inter – Catania, la prima di Mourinho dove ho fatto tre gol e ho perso la partita. E’ stata un’emozione unica, Zanetti mi diede una maglia e anche l’ultima nel Crotone è stata micidiale“.
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