Una festa col broncio: Milan-Genoa, tra fischi e quel 15/12/2019…

Milan-Genoa, fischi e striscioni di protesta: ciò che resta di una giornata ben poco di festa e quell’orologio che torna indietro di 5 anni…
MILAN–GENOA 0-0 FESTA FISCHI – Ufficialmente, era il 15 dicembre 2024, in una fredda domenica milanese e un clima di festa nella quale sarebbe dovuto regnare l’entusiasmo, in occasione della celebrazione dei 125 anni di un club che ha fatto la storia del calcio. Un’altra storia, quella degli almanacchi ha, in realtà, riportato le lancette del tempo indietro esattamente di cinque anni, al 15 dicembre 2019. In quella freddissima domenica, allo stadio San Siro, un Diavolo spuntato e quasi svuotato nell’animo, povero tecnicamente e in difficoltà economicamente, pareggia per 0-0 contro il Sassuolo nel giorno del centoventesimo anniversario dalla propria fondazione. Sembra ieri, in tutto e per tutto: le similitudini hanno riportato le lancette dell’orologio ai tempi che furono, nella gara contro il Genoa.
Milan-Genoa come Milan-Sassuolo: cambia l’anniversario, ma in campo…
A quel tempo, i punti in classifica erano 21 mentre, questa volta, 23. In panchina sedeva Stefano Pioli e la giornata di festa si trasformò, ben presto, in una come tante. Di quelle da archiviare. Un lustro esatto dopo, con uno Scudetto in bacheca, una semifinale Champions l’anno successivo e le tasche più che floride dal punto di vista economico, il Milan si ritrova a fare i conti col passato, in una festa col broncio, più che col botto. Alle celebrazioni per i 125 anni di storia il campo ha emesso una sentenza ineluttabile, ancora una volta: predominio sterile, identità di gioco tutt’altro che definita e relegata a semplici fiammate dei singoli. Un pareggio scialbo, fermo alla clamorosa traversa di Morata e all’imprecisione degli uomini di Fonseca, in cui a farla da padrone è la protesta dei sostenitori rossoneri sfociata in una bordata di fischi al termine dei 90 minuti e, successivamente, da una protesta scoppiata fuori dai cancelli del Meazza.
“Non siamo gli americani”: la festa del Milan si trasforma in contestazione
Striscioni contro la società, principalmente, rea di aver intaccato le ambizioni di un club che privilegia i conti economici al risultato sportivo, figlia di uno slogan: “Non siamo mica gli americani”, che dal 15 dicembre 2024 non rappresenta più una semplice cover band di Vasco Rossi, ma la dura presa di posizione di una tifoseria che non si riconosce in questa proprietà e ha completamente perso il senso di appartenenza parzialmente ritrovato, in questo quinquennio, dopo quel 15 dicembre 2019.
Dal Sassuolo, al Genoa, è cambiato l’avversario, ma non la sostanza: un San Siro addobbato a festa si ritrova a celebrare la mediocrità tecnica di una squadra che ha, nuovamente, perso la bussola, in cui “vincere, pareggiare o perdere, per questi ragazzi, sembra poi la stessa cosa”, come disse Pioli all’epoca. Frasi, queste, che ripercorrono fedelmente i giorni d’oggi, con un passato ben definito ma, evidentemente, non ancora alle spalle. E dopo cinque anni, ci si chiede come sia possibile aver riavvolto il nastro del passato, ma quello più nebuloso.
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