Roma, Gasp: “Squadra non da Champions, ma mi segue. Il Var…”

Gian Piero Gasperini, neo tecnico della Roma, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Il Corriere dello Sport, in cui ha toccato tantissimi temi. Dall’addio alla sua Atalanta e all’arrivo in giallorosso fino alle caratteristiche dell’attuale rosa a disposizione, passando per la classe arbitrale e l’utilizzo del Var. Di seguito le sue parole.
ROMA, GASPERINI: “A ROMA C’È PASSIONE, FORSE PIÙ DI NAPOLI. LA SQUADRA? NON DA CHAMPIONS. RECUPEREREMO SIA DOVBYK CHE FERGUSON”
ARRIVO A ROMA – “A Roma c’è una passione incredibile, forse più di Napoli perché Napoli ha vinto. Dove c’è più fame di calcio c’è più voglia di fare risultati. L’amore qui è viscerale, profondo, c’è grande stimolo per fare bene”.
IL GRUPPO – “Sono contento del gruppo che ho trovato. Mi hanno veramente dato credito, disponibilità. Indipendentemente dalle situazioni che vivono. Questa è una squadra che ha giocatori in scadenza, in prestito o di prossima uscita. Un misto, insomma, ma c’è una bella compattezza, tutti sentono la responsabilità di giocare in una piazza importante. Noi viviamo il presente, non siamo ancora nella condizione di pensare al futuro”.
DIFFICOLTÀ OFFENSIVE – “È evidente che fino ad oggi Dybala, Pellegrini e Bailey ci hanno dato due mezzi tempi in tre. Recuperandoli, la nostra qualità aumenterà sensibilmente. La qualità di Dybala è veramente da top. Pellegrini è un giocatore di assoluto valore. E Bailey ci darà una grossa mano. Siamo stati un po’ sfortunati con Bailey. Con quei tre e Dovbyk avremo un altro spessore. Perché nel calcio il tutto è valorizzato dal gioco d’attacco”.
“Dovbyk e Ferguson? Li recuperiamo assolutamente. Mi spiace solo che Dovbyk sia andato via con la nazionale. Ha detto che contro il Lille avrebbe tirato anche il terzo rigore? Magari l’avrebbe pure segnato. Dispiace anche a me, visto com’è andata a finire e come l’ha tirato Soulé. Ci sarà occasione. Artem è un rigorista, non un improvvisato. Dovbyk lo vedo in crescita, in crescita fisica, è la cosa più importante perché lui è un giocatore essenzialmente di forza, sia per struttura sia per caratteristiche tecniche, e per rendere deve stare molto bene. Vorrei portarlo a una condizione ottimale, alla convinzione di riuscire a far valere i suoi mezzi. Bisogna trasmettergli grande fiducia e senso di appartenenza, deve sapere che la squadra è con lui”.
MERCATO DI GENNAIO – “Io al mercato di gennaio non ho mai creduto molto. È lo scambio delle figurine. No, non voglio dire proprio questo, sono stato ingeneroso, però a gennaio, di solito, passano da una squadra a un’altra giocatori che magari erano fermi da un po’. Puoi migliorare un pochino, ma difficilmente fai delle operazioni che stravolgono i contenuti della squadra o imprimono una svolta importante. A me almeno non è mai successo.”
GASPERINI: “LA MIA ATALANTA DOPATA? MALDICENZE, DAVAMO FASTIDIO. VAR? NON LO SOPPORTO”
ADDIO ALL’ATALANTA – “La vittoria dell’Europa League cambiò le cose, fu l’impedimento. Ero convinto che avremmo potuto andare anche oltre con l’Atalanta. La squadra era forte, potevamo puntare in alto. E invece l’ultimo anno è stato il più tribolato sul piano dei rapporti”.
LA DEA FASTIDIOSA – “C’è chi sospettava che ci dopavamo? Spero sia uno scherzo. Chi ha soltanto pensato a una cosa del genere ha offeso una società, il sottoscritto, uno staff e un gruppo di giocatori, il loro lavoro. Quando non si sanno trovare le risposte si ricorre alle maldicenze e alle peggiori fantasie. Noi siamo sempre stati puliti, io credo nel rispetto delle regole dello sport. Il doping lo combatto da sempre…Sul campo odio le simulazioni, detesto il gioco sporco”.
“Ancora con questa cosa degli arbitri, degli avversari, del pubblico delle altre squadre. Credo che una città di 120mila abitanti desse fastidio là in alto. E’ come se uno dei quartieri popolosi di Roma giocasse in Europa contro le big, come Real Madrid o Barcellona o Psg. In Europa andava tutto sommato bene, in Italia avevamo cominciato a dare fastidio. Ero il più esposto, la proprietà non ama esporsi, così come i dirigenti. Alla fine arrivavo io e trovato un plotone d’esecuzione”.
IL VAR – “Non sopporto il Var, mi allontana dal calcio come l’ho sempre inteso. Ci sono regole che resistono da 150 anni e andrebbero tutelate. Siamo in un momento storico in cui nuove situazioni e singolari interpretazioni hanno creato solo confusione, il pubblico fatica a distinguere il fallo dal non fallo, un cartellino da un non cartellino. Io non mi sono mai lamentato, ho sempre denunciato”.