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Osvaldo: “Il calcio mi aveva tolto la libertà. Ai 150 addominali di Ronaldo preferisco l’asado”

Raffaele Campo
Osvaldo

[df-subtitle]Osvaldo: “Ho sempre sognato pensato di avere una rock band. Forse ne ho il talento, alla fine si tratta di scoprirlo. Quando ho iniziato a giocare a calcio, non immaginavo la carriera che avrei avuto”[/df-subtitle]

Pablo Daniel Osvaldo, ormai ex calciatori in quanto ritiratosi alcuni anni fa a soli 28 anni dopo la seconda esperienza al Boca Juniors, torna a parlare, e lo fa in una lunga intervista rilasciata all’importante giornale spagnolo “Marca“, dove ha parlato nuovamente del suo addio al calcio giocato.

Così l’ex centravanti, che ora suona in una rock band: “Non rinnego la mia vita da calciatore e il calcio in generale. Mi ha dato tanto, ma troppo spesso mi sentivo come pesce fuor d’acqua. Ora sono felice, più di prima. Il calcio mi ha reso felice, ma l’atmosfera del calcio, no. Mi sentivo sempre più sopraffatto dall’atmosfera. Attenzione, non rinnego affatto il calcio: lo adoro ed è la cosa più bella che mi sia successa nella vita. Ma la pressione del giudizio delle persone, tutti che vogliono esprimere le proprie opinioni e vivere la vita degli altri quando non sanno come vivere la propria vita. I personaggi pubblici hanno gli stessi problemi di chi vende verdure nell’angolo. Il calcio mi ha dato la possibilità di aiutare la mia famiglia. Per realizzare il sogno di dire al mio vecchio di non lavorare più. Mi ha permesso di viaggiare e di conoscere il mondo, di cambiare la mia mente e la mia vita. Mi piace la strada che mi ha regalato il calcio, ma mi ha tolto la libertà. E la mia libertà non ha prezzo e non è negoziabile“.

Continua: “Ho sempre sognato pensato di avere una rock band. Forse ne ho il talento, alla fine si tratta di scoprirlo. Quando ho iniziato a giocare a calcio, non immaginavo la carriera che avrei avuto. Mentre giocavo a calcio ho scritto tanto, e questo è quello che mi è piaciuto di più. Poi ho iniziato a suonare la chitarra in modo da poterfare della musica. Se mi manca l’adrenalina del calcio? In realtà continua a darmela, perché vedo le partite in tv e allo stadio e sono un fan del Boca. Non ho più voglia di giocare, ora ho la possibilità di fare ciò che non prima non avrei potuto fare. E l’adrenalina del gol? La musica è come fare un gol dietro l’altro, con ogni tocco del mio chitarrista chiudo gli occhi e sento. È qualcosa di magico. Ogni secondo è unico e non diventa mai più lo stesso, anche se si tocca lo stesso tema“.

Infine: “Mi piacerebbe essere Ronaldo? A Cristiano piace tornare a casa e fare 150 sit-up, a me piace mangiare l’asado”. “Se vorrei essere Messi? No. Mi piacerebbe giocare come lui, quello si, ma poverino, non ha vita! Vive in una prigione d’oro. Non potrei essere qui a bere qualcosa. A quei livelli non sei nemmeno a casa. Compri la più grande televisione del mondo e poi non puoi stare in salotto a godertela. Perché prendi una Ferrari per andare ad allenarti al campo che dista 15 minuti? Non mi è mai importato del denaro, ma, occhio, ho anche speso in cose stupide. E ora anche, ma in modo più economico. Se fossi Messi, non lascerei il calcio, anche se volessi. Sei il migliore del mondo e questo è vale qualcosa. Però non si tratta di fare solo ciò che sai fare meglio, devi dedicare 24 ore al giorno, 365 giorni“.