Milan senti Dalot: “lo scudetto sarebbe un traguardo straordinario”

Milan senti Dalot – Diogo Dalot, terzino classe 1999 del Milan, ha rilasciato un’ intervista ai microfoni di “Association Press”. Nel corso della conversazione, il portoghese, si è soffermato su questa prima parte di stagione dei rossoneri, sul suo futuro e su un giocatore in particolare: il leader dello spogliatoio Zlatan Ibrahimovic. A riportarlo è “Alfredo Pedullà“.
Queste le sue dichiarazioni:
Milan senti Dalot – “Sono una persona sicura di sé. Conosco le mie qualità, so cosa sono in grado di fare, ma se poi non riesci a giocare, questo non basta. Ora sono tornato di nuovo a sentire l’erba, ritrovare la sensazione di giocare le partite, vincere e giocare 90 minuti e questo è stato fantastico”.
Sullo scudetto: “Sarebbe più speciale vincere il titolo, non per aver battuto la Juve o l’Inter, ma per aver rimesso il Milan al top, vincendo il titolo dopo tanti anni. Apprezziamo questo tipo di pressione. Ci piace avere squadre sotto che ci spingono e ci danno attenzioni pensando: ‘Ok, se perdete, noi siamo lì’. Ci fa piacere avere questo tipo di sfide. Sarebbe un traguardo straordinario”.
Su un elogio speciale, arrivato da Josè Mourinho: “Quando ha detto che ero il terzino giovane migliore d’Europa? È stata una frase che ho tenuto con me fino ad oggi. Che l’abbia detta lui è ancora più speciale perché sappiamo tutti che è un allenatore fantastico, uno dei migliori di sempre; e quella frase mi ha dato un po’ più di responsabilità”.
Riguardo Ibrahimovic: “È molto esigente con noi. È uno dei primi ad arrivare al campo di allenamento. E queste cose ci aiutano a capire che dobbiamo essere professionali come lui, perché se vuoi vincere tanto quanto lui, devi farlo per molto tempo. Questo è un buon modo per vedere se vuoi avere successo nel calcio, come vuoi essere tra 10 o tra 15 anni. È stata una sorpresa piacevole lavorare con lui. Ti può dare fiducia quando pensa che tu ne abbia bisogno. Ci dice ‘Non stai facendo abbastanza per essere a questo livello’ e se viene da lui, bisogna ascoltarlo”.