Salta al contenuto

L’Inter alla ricerca dell’uomo in più

Redazione
Ad Al Hilal Inzaghi

L’incubo derby e il possibile effetto domino

Con la vittoria nella semifinale di ritorno della Coppa Italia, il Milan ha giocato un dispetto non da poco ai rivali di sempre dell’Inter, chiudendo loro le porte al sogno proibito chiamato Triplete, che da sbiadita utopia si era trasformata sempre più in inconfessabile proposito nei cuori dei tifosi e dei giocatori nerazzurri.

Una serata di calcio consumatasi nell’ultima parte di una stagione asfissiante, per il numero di gare disputate tra campionato, Coppe e impegni con le Nazionali, che ha raccontato di una sfida di nervi tra l’Inter in preda a una fisiologica, quanto insidiosa, flessione e un Milan talmente disastroso in campionato da potersi permettere per assurdo di preparare l’incontro con maggiore cura.

Una sconfitta per l’Inter che in controluce lascia un interrogativo, che si fa di stringente attualità ad ogni finale di stagione, quando i palloni pesano il doppio e le gambe corrono la metà: Chi è o può essere l’uomo in più per i nerazzurri in questo finale dove a decidere tra gloria e insuccesso saranno pochi dettagli?

L’uomo in più, un identikit

L’uomo in più, titolo del primo lungometraggio del regista Paolo Sorrentino, è un film del 2001 liberamente ispirato alla vicenda personale di Agostino Di Bartolomei e alle suggestioni tattiche di Ezio Glerean. Una condizione quasi trascendentale che porta appunto un giocatore ad elevarsi a potenza di sé, come in preda a una possessione, che poco ha a che fare con la razionalità: una trasfigurazione indispensabile per poter assumere il peso dell’intera squadra, al modo del mitologico Atlante, con la leggera noncuranza di chi trova il modo di sfangarla anche nelle condizioni più avverse.

Nell’uomo in più convergono solitamente la generosità del gregario e la risolutezza del leader, la capacità di attendere sornione l’attimo favorevole e il timing di un karateka 5° Dan, per colpire quando l’occasione arriva.

Joselu, Kim e Tonali, le difficoltà nel ripetersi dell’uomo in più

Pensiamo a Joselu del Real Madrid, capace l’anno scorso di portare le Merengues al trionfo in Champions, epifania in una carriera passata sgomitando tra Seconda e Terza Divisione spagnola, o al difensore coreano Kim, insuperabile centrale difensivo del Napoli tricolore nella stagione 2022-2023, protagonista di prestazioni quasi sovrannaturali. Le loro storie da one season wonder spiegano come la condizione eroica che il ruolo di uomo in più implica non sia facilmente ripetibile, ci sono però delle eccezioni.

L’uomo in più preferisce la spada al fioretto, non si sente a disagio nelle difficoltà e quando cade è pronto nel rialzarsi. Sandro Tonali, l’uomo in più del Milan Campione d’Italia 2021/2022, risponde a questo identikit: tuttocampista di lotta e di governo, animato da una mistica personale in cui l’intensità si unisce al vizio dei gol pesanti, decisivi per il titolo in quel di Verona e contro la Lazio all’Olimpico, in un match che cambiò gli equilibri di un campionato sino ad allora saldamente nelle mani dell’Inter.

McTominay, mission possible sotto il Vesuvio e la speranza di Inzaghi

Ricordi ormai distanti che pure potrebbero suscitare qualche preoccupazione nell’ambiente nerazzurro, che aveva trovato il suo uomo in più in Denzel Dumfries, il cui fermo forzato è coinciso con l’inizio dei problemi per gli uomini di Inzaghi. Cattivi pensieri che potrebbero alimentarsi volgendo lo sguardo alla diretta rivale per il titolo: il Napoli ha infatti trovato in McTominay il suo uomo in più, capace di togliere dai guai i suoi compagni nelle ultime giornate, supplendo con la sua vulcanicità al calo di forma della squadra accusato dall’inizio di marzo.

Al pari di MacGyver, archetipo dell’uomo di azione in grado di scampare a situazioni di pericolo che vedrebbe chiunque altro spacciato con i mezzi più improbabili, lo scozzese mantiene vive con reti e qualità il sogno tricolore alle falde del Vesuvio.

Seppure la scaramanzia non sia da tradizione di casa a Milano, a questi infausti segnali si aggiunge la sconfitta rimediata a Bologna per mano, senza riferimenti alle polemiche legate alla rimessa laterale dell’azione del gol, di Riccardo Orsolini, l’uomo in più di Italiano in questo entusiasmante finale di stagione per i felsinei. O al tap-in vincente di Soulé, che ieri a San Siro ha costretto l’Inter alla terza sconfitta di fila ed ha fatto registrare il 18esimo risultato utile consecutivo per la Roma.

Inzaghi ha però motivi per guardare con fiducia al rush finale: l’imminente rientro di Dumfries e Thuram potrebbe riservargli non uno ma due “uomini in più”. In quel caso le porte del trionfo in Champions e Campionato potrebbero spalancarsi per i nerazzurri.