Inter umiliata in finale, manita PSG: analisi di una disfatta storica

La finale di Champions League tra Inter e Paris Saint-Germain si è trasformata in un incubo per i nerazzurri, travolti con un netto 5-0 dai francesi. Una sconfitta storica, la più pesante mai subita in una finale, che ha evidenziato le profonde difficoltà della squadra di Simone Inzaghi sotto ogni aspetto.
Le colpe dell’Inter: disorganizzazione e mancanza di incisività
Sin dai primi minuti, l’Inter ha mostrato una fragilità difensiva imbarazzante, soprattutto sul lato sinistro dove Federico Dimarco è stato protagonista in negativo, consentendo due gol determinanti a Désiré Doué e a Achraf Hakimi, ex nerazzurro autore della rete dell’1-0. La squadra italiana è apparsa disorientata, incapace di contenere la pressione alta e la rapidità degli avversari, con un centrocampo sterile e un attacco quasi inesistente, incapace di creare occasioni pericolose. La mancanza di lucidità e la scarsa organizzazione tattica hanno favorito il dominio parigino per tutta la partita.
I meriti del PSG: superiorità tecnica e tattica
Il Paris Saint-Germain, guidato magistralmente da Luis Enrique, ha imposto un ritmo elevato e un gioco fluido, sfruttando al meglio le qualità dei suoi giovani talenti come Doué, autore di una doppietta, e di Khvicha Kvaratskhelia. La squadra francese ha dimostrato una superiorità netta in ogni reparto, pressando alto e ripartendo con velocità e precisione. Il collettivo parigino ha saputo mantenere il controllo per tutti i 90 minuti, chiudendo definitivamente la partita con le reti di Senny Mayulu e del georgiano Kvaratskhelia nel secondo tempo.
Conclusioni: una serata da dimenticare per l’Inter
Questa sconfitta segna un momento di riflessione per l’Inter, che chiude la stagione senza alcun titolo e con la consapevolezza di dover rivedere profondamente il proprio progetto tecnico e tattico. Al contrario, il PSG festeggia un trionfo meritato, frutto di una strategia vincente e di una prestazione impeccabile, che lo consacra finalmente come nuova regina d’Europa.
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