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Insigne: “Voglio ancora la Nazionale e i Mondiali in Canada”

Redazione
Insigne Monza

NAZIONALE – Per Lorenzo Insigne, la partita contro il Belgio ha ed avrà sempre un valore speciale. In un’intervista rilasciata a Repubblica, l’ex Napoli, ricorda con emozione la sua prodezza balistica realizzata ai quarti di finale degli Europei 2020, che consentì agli Azzurri di approdare in semifinale.

Il Belgio mi ricorda il gol più bello e soprattutto importante della mia carriera, segnato con la maglia numero 10 dell’Italia. Non eravamo noi i più forti, ma creammo con la Federazione e lo staff tecnico del ct Roberto Mancini un gruppo granitico. Fu quello il segreto del nostro successo.

UNA FERITA ANCORA APERTA: I MONDIALI MANCATI

La mancata qualificazione agli ultimi due Mondiali è ancora una ferita profonda per Insigne: I due Mondiali saltati sono una ferita, anche nella mia carriera. Sono grato a Prandelli per avermi portato almeno in Brasile, ma ero ancora un ragazzino e la mia unica avventura iridata non fu da protagonista.

L’ex capitano del Napoli si sofferma sull’importanza di investire nei giovani, affermando che l’Italia ha sempre prodotto talenti, ma è necessario dare fiducia e opportunità, come si fa all’estero. “Il cammino in Nations League è stato finora ottimo ed è importante, in vista delle qualificazioni per i Mondiali.”

LA VOGLIA DI TORNARE AL MONDIALE CON LA SUA NAZIONALE

Con l’attenzione già rivolta al Mondiale 2026, che si terrà proprio in Canada, Stati Uniti e Messico, LorenzoIl Magnifico” esprime la propria voglia di vedere l’Italia protagonista: “Ai Mondiali non bisogna tornarci e basta. La Nazionale – afferma Insigne dovrà giocare di nuovo da protagonista, con l’ambizione di poterli vincere. Noi siamo l’Italia, 4 volte campione del mondo.”

INSIGNE E L’ESCLUSIONE DALLA NAZIONALE

Insigne non nasconde però la propria delusione riguardante la mancata convocazione in Nazionale, attribuendola al fatto che gioca in MLS. “Solamente in Italia chi va a giocare lontano è escluso automaticamente dal giro della Nazionale e non se ne capisce il motivo. I sudamericani che stanno in Serie A possono fare ogni volta 13 ore di volo, perché a noi non è consentito?

Per lui, alla maglia azzurra non si dice mai addio, anche se il suo percorso calcistico lo ha portato oltreoceano. E chissà se magari al prossimo Mondiale Spalletti possa ripensarci…

 

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