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Guolo: “All’Indomita ormai sono a casa, il mio obiettivo è soprattutto quello di…”

Raffaele Campo

GUOLO INDOMITA – È al suo terzo anno alla guida delle giovanili dell’Indomita 21, polisportiva trevigiana nonché affiliata con il Treviso FBC 1993, ossia la società calcistica principale della città.

Stiamo parlando di Alessandro Guolo, classe 1987 che in questa stagione in corso è alla guida degli Esordienti nati nel 2010.

Intervistato in esclusiva dalla nostra redazione, il giovane allenatore ripercorre questi primi mesi dell’annata 2022/2023.

GUOLO INDOMITA

In generale, come sta procedendo questo suo terzo anno all’Indomita?

Direi molto bene. Ogni anno ho sempre maggiori responsabilità che mi fanno crescere sia umanamente che come allenatore. Anche se alleni da quarant’anni hai sempre da imparare e migliorare in questo ruolo. E per me l’Indomita ormai è casa, anzi dico di più: casa e famiglia“.

L’anno scorso allenava gli Esordienti misti 2010/2011 agli Esordienti puri 2010. Ha notato delle differenze? 

Il campionato di quest’anno con gli Esordienti puri è più difficile. La scorsa stagione potevamo confrontarci con squadre che annoveravano anche dei bambini più piccoli di età, i cosiddetti Pulcini. In campo c’è molta più battaglia, non ci sono partite nelle quali puoi vincere facile uno dei tre tempi. Dall’altro lato i ragazzi cominciano ad avvicinarsi al periodo adolescenziale: puoi ancora fargli capire certe dinamiche che loro poi percepiscono e fanno proprie, chiaramente seguendo ciò che gli dici. Quando arrivano nei Giovanissimi è già più complicato fare arrivare certe idee“.

State disputando tante partite. Ce n’è una che l’ha colpito di più e le è rimasta dentro? 

Confermo che abbiamo giocato tante partite, siamo in un girone da undici squadre e ci sono quindi più sfide. Non nascondo che abbiamo fatto fatica, giocando spesso contro bambini fisicamente più strutturati e in terreni di gioco pesanti. Ma sono assolutamente soddisfatto di tutto. Se devo scegliere una partita che mi è rimasta impressa dico l’amichevole contro i pari età del Treviso. È vero che sfidavamo la loro Squadra B anziché la A, ma per me non fa alcuna differenza dal momento che ciò che ti viene insegnato al Treviso è qualcosa di unico. Aver visto la mia squadra giocare bene quella partita, non aver preso una imbarcata e ricevere da diverse persone i complimenti a fine gara mi ha reso orgoglioso“.

Obiettivi da raggiungere entro fine stagione? 

In questa prima fase, vale a dire il campionato autunnale, arriveremo matematicamente tra i primi quattro. E’ già un bel risultato che in pochi si aspettavano. Ho sempre avuto l’idea che preferisco giocare 10 partite difficili e perderle tutte contro realtà importanti ben strutturate, cosicché anche il nostro livello salga e cresca. Il mio obiettivo personale è quello di far arrivare preparati più ragazzi possibili in vista del salto che faranno l’anno prossimo ai Giovanissimi. Se ti parlassi solo di risultati sul campo non sarei onesto come allenatore“.

Da quest’anno l’Indomita anche una prima squadra, attualmente impegnata in Terza Categoria. Per lei è uno stimolo personale in più a far bene nel settore giovanile? 

Vero che quest’anno l’Indomita ha una prima squadra, peraltro prima in classifica e che se continua così può già andare in Seconda Categoria. Per una realtà come la nostra avere una prima squadra significa molto in termini di sacrifici, specie economici. Ma, come sta già facendo, l’Indomita deve comunque continuare a puntare sul settore giovanile, non solo in chiave prima squadra. Dall’anno prossimo saremo una c.d. Scuola Calcio Elite, che vorrà dire avere allenatori competenti e col patentino, ma altresì disputare i campionati regionali, che stanno già giocando i nostri Allievi e che forse da settembre faranno anche i Giovanissimi. A maggior ragione sento una grande responsabilità nel preparare bene i ragazzi“.

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