ESCLUSIVA Moreau: “Il calcio parentesi chiusa. Sull’Inter e il Venezia…”

ESCLUSIVA MOREAU INTER VENEZIA – Tanti anni in Italia nel ruolo di portiere, precisamente dall’estate 2001, quando l’Inter lo ingaggiò dal Nantes, al 2013 dopo l’annata al Venezia con cui aveva collezionato 15 presenze nella vecchia Lega Pro Seconda Divisione. Nel mezzo le altre esperienze allo Spezia, alla Ternana, alla Lucchese, alla Pro Sesto e al Varese, dove ha giocato per ben quattro stagioni. Stiamo parlando di Mathieu Moreau, classe 1983 e che da diversi anni, una volta terminata la carriera di calciatore, vive in Canada, precisamente a Toronto.
Europacalcio.it ha contattato in esclusiva l’ex portiere per parlare del sua vita attuale e del suo lungo percorso italiano da estremo difensore.
Moreau, come è finito in Canada?
“Nel mezzo della mia carriera calcistica mi ero sposato con una ragazza italo-canadese. Ad un certo punto ho deciso di lasciare il calcio giocato e andare in Canada era la scelta migliore, soprattutto per fare crescere i miei figli“.
Di cosa si occupa a Toronto?
“Ho due lavori: collaboro con la International Football Club, una importante Academy locale gestita da due persone italiane, e insegno educazione fisica in una scuola privata“.
Segue ancora il calcio?
“Certo, guardo soprattutto la Serie A, anche se a volte non è facile per via del fuso orario. Avendo giocato nell’Inter, simpatizzo un pochino di più per i nerazzurri. Ma, più in generale, guardo quello che mi capita. Seguo meno invece la MLS, anche se sono stato qualche volta a vedere il Toronto allo stadio“.
Che idea si è fatto di questa Serie A 2024/2025?
“Al di là di chi vincerà, sarà una lotta fino alla fine e questo è proprio il tipo di campionato che mi piace“.
Cosa pensa della stagione dell’Inter?
“Se avessimo parlato venti giorni fa, l’Inter era in corsa su tutto. Queste tre sconfitte consecutive peseranno come un macigno, non tanto per la Coppa Italia bensì per il campionato, in cui ora il Napoli è chiaramente favorito“.
Mercoledì contro il Barcellona abbiamo visto però una squadra stellare.
“Abbiamo assistito a una partita fenomenale, degna di una semifinale di Champions League. I due gol dell’Inter sono arrivati forse un po’ troppo in fretta e quindi poi è stato difficile dover difendere per quasi tutta la gara. Il Barcellona è una corazzata e a Milano sarà difficilissimo, ma è un 3-3 che fa ben sperare“.
Da ex portiere, quanto è forte Sommer?
“Non è il più talentuoso in assoluto, ma mi piace tantissimo la sua costanza nelle prestazioni. Non ricordo una sua stagione fatta male, tiene questo bel livello da dieci-dodici anni“.
Parlando di lei invece, come può riassumere il biennio all’Inter?
“Arrivai giovanissimo, e quell’Inter era una delle squadre più forti d’Europa, anche se non avevamo vinto niente. L’unico rimpianto che ho è quello di essere arrivato a diciotto anni e non un po’ più tardi, tipo a ventidue anni: avrei capito meglio certe dinamiche e mi sarei reso conto della fortuna che stavo avendo“.
Con chi aveva legato in particolare?
“Ero appunto poco più che un ragazzino, parlavo molto con i francesi Blanc, anche se poco dopo il mio arrivo andò al Manchester United, e Dalmat. Oggi invece non ho più rapporti con nessuno nel mondo del calcio, lo considero il passato, una parentesi chiusa“.
Un’altra squadra italiana in cui ha giocato è il Venezia. Ce la faranno i lagunari a salvarsi?
“Matematicamente sono ancora in gioco, ma in tutta onestà credo di no: troppe poche vittorie e qualche pareggio di troppo. Sarebbe un peccato perché la città è molto legata alla squadra e in più è un luogo turistico“.
Uno dei giocatori che sta tenendo in piedi il Venezia è Radu. Sempre da ex portiere, crede che, dopo quella serata horror di Bologna, possa riaffermarsi e tornare a buoni livelli?
“Come hai accennato, a Bologna ha commesso un errore grossolano in un momento chiave, inutile negarlo o nasconderlo. Ritengo Radu un portiere molto valido, e col Venezia sta appunto giocando molto bene. Può assolutamente risollevarsi, anche perché il vantaggio dei portieri è che possono fare bene anche oltre i trentacinque anni. Ha quindi tutto il tempo e gli auguro di proseguire così“.
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