ESCLUSIVA Miretti, l’ex tecnico: “Alla Juve se la può giocare, sul Napoli…”

ESCLUSIVA MIRETTI EX TECNICO – Uno dei profili di cui si sta parlando in questi giorni in ottica calciomercato è Fabio Miretti.
Il centrocampista classe 2003 è tornato alla Juventus dopo la passata stagione in prestito al Genoa, dove ha collezionato 26 presenze mettendo a referto 3 gol e 3 assist.
Europacalcio.it ha contattato in esclusiva Fabrizio Blengino, allenatore di Miretti ai tempi del Cuneo, prima del grande salto nel vivaio della Vecchia Signora. Oggi lavora nel Bisalta Calcio, club del cuneese impegnato nel campionato di Prima Categoria.
Per cominciare, che stagione è stata questa passata di Miretti al Genoa?
“Di certo una esperienza particolare in quanto la prima lontano dall’ambiente juventino, dove non era il “figlio del vivaio della Juventus” ma un giocatore come tutti gli altri, era meno “protetto” ecco. Chiaramente il Genoa non ha gli obiettivi della Juve, ma ha fatto direi complessivamente bene. È stato sfortunato per l’infortunio verso fine annata che gli ha fatto saltare l’ultima parte del campionato. Credo che debba ritagliarsi sempre più spazio e imporsi intanto in una squadra di medio-alta classifica“.
Colgo allora la palla al balzo e le chiedo: cosa pensa dell’ipotesi Napoli?
“Dico che non mi convince perché a Napoli andrebbe a fare la comparsa, giocherebbe al massimo gli ultimi venti minuti da subentrante. Sarebbe niente più che un rincalzo. Inoltre Conte lo conosciamo tutti: quando ha già quei 13-14 giocatori che girano bene, punta solo su quelli. Se fossi in lui, andrei anche in una squadra più piccola ma dove sarei un titolare e giocherei con continuità“.
Però allora anche alla Juve non sarebbe troppo diverso il discorso.
“Considera però che la Juve non è una squadra rodata come il Napoli, è un cantiere costantemente aperto e che ora sta facendo l’ennesima ricostruzione. Quindi per me alla Juve avrebbe più probabilità di dire la sua“.
Lei conosce Miretti dai tempi del Cuneo, quando era un ragazzino. Cosa ricorda di quel periodo?
“Alleno da venticinque anni, e uno come Miretti ne ho visto uno solo, non ne ricordo altri. Aveva delle caratteristiche totalmente diverse dagli altri bambini suoi coetanei“.
Che cosa in particolare?
“La determinazione agonistica e quella voglia di crescere di primeggiare. Non ho mai visto nessun altro con quel suo desiderio. In squadra con Fabio (Miretti, ndr) c’era anche un altro ragazzino di nome Vittorio Tosi, suo grande amico peraltro. E tra i due era il più bravo però, nonostante fosse un ottimo giovane giocatore, non aveva quella fame di Miretti. Che infatti nel suo primo anno al Cuneo giocava addirittura con i 2001, a livello fisico faceva fatica, ma era l’ultimo a mollare“.
Quale pensa sia stato il momento chiave della sua carriera fino a questo momento?
“Il suo esordio con la prima squadra della Juve: è stato il coronamento di tutto un percorso iniziato nel settore giovanile bianconero. Ma sottolineo che non ha ancora dimostrato pienamente il suo valore. Come ho detto all’inizio, deve intanto diventare un leader in una squadra di medio-alta classifica per poi puntare sempre più in alto“.
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