ESCLUSIVA Chiesa, lo scopritore: “Liverpool, ora dagli fiducia”

ESCLUSIVA SCOPRITORE CHIESA LIVERPOOL – Venerdì sera, in occasione della prima giornata di campionato, Federico Chiesa ha messo la firma sulla netta vittoria del Liverpool contro il Bournemouth.
L’ala classe 1997, alla seconda stagione tra le fila dei reds, si è subito preso la scena, prima segnando il gol del momentaneo 3-2, prima definitivo sigillo definitivo di Mohamed Salah. Fino a poche settimane fa il giocatore toscano era considerato un esubero della squadra di Arne Slot, ma ora la situazione potrebbe cambiare.
Europacalcio.it ha intervistato in esclusiva Maurizio Romei, presidente della Settignanese, società calcistica toscana dove Chiesa ha giocato dal 2002 al 2007, prima del grande salto nel vivaio della Fiorentina.
La grande prestazione di venerdì scorso potrebbe essere un punto di svolta di questa sua esperienza al Liverpool?
“Tutto potrebbe far pensare a questo, dipenderà anche dalla fiducia che l’allenatore del Liverpool (Slot, ndr) gli darà di qui in seguito, e per adesso non è stata molta. Poi è anche vero che nella scorsa stagione Federico (Chiesa, ndr) ha fatto i conti con diversi infortuni, ma ora sta bene. Spero che torni a giocare da ala in quanto l’attaccante non è il suo ruolo, il meglio di sé lo ha fatto vedere proprio sulla fascia. In ogni caso, ora deve riprendere a brillare, non dimentichiamo che ha perso la Nazionale anche se io, fossi stato Spalletti, a giugno lo avrei convocato ugualmente al posto di certi bolliti che abbiamo visto…“.
Che poi comunque anche lo scorso anno, le volte in cui è stato chiamato in causa ha sempre risposto presente.
“Assolutamente. Federico è un ragazzo intelligente che è in grado di lasciare il segno, come ha fatto del resto nella vittoria dell’Italia a Euro 2020: c’è tanto del suo in quel trionfo“.
Cosa pensa invece del brutto addio alla Juventus di dodici mesi fa?
“Me lo fece lasciare intendere perché quando era alla Juve ci messaggiavamo tutte le settimane dopo le sue partite ed eravamo quindi spesso in contatto. Mentre da quando è andato al Liverpool non l’ho più sentito, alcune cose le ho sapute solo tramite suo padre Enrico, che conosco da anni e con cui sono amico“.
Se Chiesa dovesse per caso tornare in Italia, in quale contesto lo vedrebbe meglio?
“Una volta saltata l’ipotesi Napoli, speravo che sarebbe andato all’Atalanta, ma anche questa pista sembrerebbe essere ormai tramontata. Se rimane al Liverpool, spero che giochi, ora è nel pieno della maturità calcistica“.
E del Federico Chiesa bambino ai tempi della Settignanese cosa ricorda?
“Arrivò da noi che aveva cinque anni, e il suo allenatore era un certo Kurt Hamrin. Anche da un punto di vista di caratteristiche tecniche, assomigliava molto a suo padre, ed era un ragazzino sveglio e già col giusto carattere. Poi la Fiorentina ha fatto e formato il Chiesa giocatore, anche se nella Primavera non giocava sempre titolare né con Guidi né con Semplici. Fu Paulo Sousa che per primo puntò per davvero su di lui, dopodiché il suo rendimento in maglia viola lo abbiamo visto tutti“.
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