Crollo City: anatomia di una crisi inattesa e imprevedibile

CROLLO CITY – Intorno al quinto/sesto posto in Premier League, eliminato in Champions League ai playoff e solo in corsa per l’FA Cup. La stagione del Manchester City è stata di molto sotto le aspettative di società e tifosi. La squadra di Pep Guardiola che negli ultimi anni è stata sinonimo di dominio calcistico sta vivendo forse la peggiore stagione in assoluto. Un vero e proprio flop. Dopo aver conquistato quattro titoli consecutivi di Premier League e la Champions League del 2023, le aspettative per i Citizens erano naturalmente altissime. Infatti in estate le quote specifiche sulla Premier League indicavano la formazione di Guardiola nettamente in pole per conquistare di nuovo il titolo nazionale, ma ad oggi i numeri e le prestazioni raccontano una storia diversa. Scopriamo qualche dettaglio sulla stagione.
Crollo City: le statistiche
Partiamo dalla Premier. Prendendo a riferimento le 31 giornate giocate fino a metà aprile il City ha raccolto 52 punti, vincendo 15 partite, pareggiandone 7 e perdendone 9, con una media di 1,9 gol segnati a partita e 1,29 gol subiti. Numeri che evidenziano una certa fragilità, certo inconsueta per gli standard a cui ci aveva abituato. Basti pensare che nella stagione 2023-2024, che ha visto trionfare i Citizens per la quarta volta consecutiva in campionato, avevano chiuso con una media di 2,53 gol segnati e 0,89 subiti. In attacco Erling Haaland è l’unico che segni con continuità. Se il norvegese ha fino ad ora realizzato 21 reti, il primo del City dopo di lui è Phil Foden, con 7 gol. La difesa, invece, resta un grosso problema. Un tempo era rocciosa e invalicabile, oggi, in campionato, ha subito 40 gol. Dati sintomatici di un reparto in crisi, con errori individuali e una mancanza di coesione di squadra che hanno fatto perdere terreno rispetto ai diretti concorrenti per un posto in Europa. E in Champions? Dopo un deludente 22esimo posto con 3 vittorie, 2 pareggi e 3 sconfitte, con 18 gol fatti e 14 subiti, i Citizens sono stati eliminati ai playoff dal Real Madrid, prendendo 6 gol in due partite e segnandone 3.
Crollo City: cosa è successo
Naturalmente non c’è una sola causa che sia artefice del declino improvviso e inaspettato del Manchester City. Un declino che ha in sostanza preso tutti i fronti e le competizioni che vedevano impegnata la squadra allenata da Pep Guardiola. Sicuramente va tenuto conto che mai come quest’anno il City è stato falcidiato dagli infortuni: prima Haaland, poi Kevin De Bruyne e Rúben Dias. Giocatori fondamentali che hanno però dovuto saltare diverse partite.
In secondo luogo va anche detto che il mercato non ha restituito quanto si attendeva. Ad esempio le speranze messe su giocatori come Omar Marmoush, Abdukodir Khusanov e Vitor Reis non hanno ancora pagato e i frutti non si sono ancora visti. E poi potrebbe anche esserci un lieve calo dell’effetto Guardiola sulla squadra e di Guardiola stesso. Un allenatore che ha vinto di tutto dappertutto e che probabilmente avrebbe bisogno egli stesso di nuovi stimoli. Si parla addirittura di un interessamento di una squadra di Serie A. E poi è giusto anche dire che rispetto agli ultimi tempi la competizione, specialmente in Premier, si è alzata. Sono tornate competitive squadre come Liverpool, Arsenal, Chelsea e Newcastle e in Champions nulla è dato per scontato.
Sicuramente il City è una squadra in crisi d’identità e la speranza dei tifosi è che questo sia solo un momento di passaggio per poi ritrovare il vero, vincente, Manchester City.