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Gianluigi Buffon: un ricordo della carriera e delle sfide affrontate

Redazione
Buffon

Gianluigi Buffon, storico capitano della Juventus e campione del mondo nel 2006, ha raccontato la sua carriera in un’intervista durante la presentazione del libro “Cadere, rialzarsi, cadere, rialzarsi”. Il portiere ha ripercorso i momenti cruciali della sua carriera, dai primi passi nella Juventus fino ai più grandi successi.

L’arrivo alla Juventus

Buffon ha ricordato il suo trasferimento alla Juventus, definendolo un cambiamento radicale: “Arrivare alla Juve dal Parma è stato come lasciare la Terra e atterrare su Marte”. Nonostante avesse ricevuto offerte importanti, tra cui quella della Roma, con Baldini che gli aveva prospettato un futuro di successi, e del Barcellona, Buffon ha scelto la Juventus. Il portiere ha parlato anche dei periodi più difficili alla Juve, menzionando i due settimi posti che hanno segnato anni di frustrazione per la squadra. “Se non fosse arrivato Conte non avremmo mai vinto”, ha affermato, sottolineando l’importanza del tecnico che ha dato nuova energia al gruppo.

Compagni di squadra speciali

Buffon ha dedicato un pensiero agli ex compagni di squadra che lo hanno profondamente impressionato, tra cui Carlos Tevez, Dani Alves, Lilian Thuram e Mario Stanic. “Avevano un’anima speciale”, ha detto, riflettendo sull’importanza di avere giocatori con grande carattere. Riguardo a Cristiano Ronaldo, Buffon ha parlato della sua grandezza ma anche della sua fragilità, mettendo in evidenza la difficoltà che il portoghese ha dovuto affrontare nonostante il suo enorme talento.

Allenatori e ricordi

Tra i ricordi, Buffon ha parlato anche di Maurizio Sarri, descrivendolo come l’allenatore giusto per il tipo di calcio che la Juventus voleva proporre. Tuttavia, ha riconosciuto che la gestione di giocatori di talento ha comportato delle difficoltà. Buffon ha inoltre ricordato Gianni Agnelli, descrivendolo come una persona estremamente curiosa e spassosa, citando un aneddoto in cui l’ex presidente della Juventus lo chiamò alle 5:30 del mattino per discutere un rigore parato mesi prima.

La carriera e il ruolo del portiere

Riflettendo sulla sua carriera, Buffon ha dichiarato di non sentire la mancanza del calcio, poiché le emozioni vissute da protagonista sono uniche e irripetibili. Parlando del ruolo del portiere, ha sottolineato la solitudine e la dedizione necessarie per un ruolo che richiede un carattere particolare. Buffon ha riconosciuto i suoi errori, ma ha anche sottolineato come da essi abbia imparato, dicendo che “l’unico modo per diventare persone migliori è sbagliare, pagare e ripartire”. Concludendo, ha affermato che “cadere e rialzarsi è una metafora della vita”, un concetto che ha applicato anche alla sua carriera.

 

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