Arsenal-Brighton, l’analisi del Match Analyst: “È soprattutto Arteta contro De Zerbi”

Arsenal-Brighton, big match del diciassettesimo turno di Premier League, è anche se non soprattutto Arteta contro De Zerbi, due dei maggiori esponenti di un modo assolutamente moderno di fare calcio, e che calcio.
Arteta ha trasmesso le proprie idee da discepolo di Pep Gurdiola, proponendo un calcio moderno in cui possesso e controllo del gioco sono fondamentali.
Influenzato notevolmente dal punto di vista professionale da Guardiola, De Zerbi ha sempre parlato di “calcio libero”, alla ricerca sempre di nuovi spazi e nuove idee; il tecnico bresciano è un autentico martello in allenamento, dedito alla cura maniacale dei particolari, crede molto nel dialogo con i giocatori e nell’instillare in ogni suo elemento la convinzione in quello che si va a proporre.
Esponente per antonomasia della teoria dell’impostazione del gioco dal basso, della riconquista veloce della palla e del calcio a uno e a due tocchi, specie negli spazi stretti.
L’Arsenal arriva alla sfida da secondo in classifica, qualificato come primo nel proprio girone di Champions, tuttavia reduce dalla sconfitta contro l’Aston Villa.
Il Brighton, fresco vincitore del proprio girone di Europa League col successo sul Marsiglia di Gattuso, arriva a Londra dopo il pareggio casalingo contro il Burnley ultimo in classifica. Tuttavia i Seagulls sembrano aver trovato un discreto equilibrio avendo subito una sola sconfitta nelle ultime 10 gare.
ARSENAL-BRIGHTON, SISTEMI DI GIOCO
Arsenal – Base:1-4-2-3-1
Possesso: 1-3-4-3
Non Possesso: 1-4-4-2
Gol fatti: 33 (28 in the box)
Gol subiti: 15 (clean sheets 6)
Tiri a partita: 15,2
xG: 2,03
xGa: 0.93
Perc.possesso: 61,3%
Perc.precisione: 87,7
Il sistema di base prevede i 3 trequartisti alle spalle della punta; in fase di possesso
il sistema diventa 3-4-3 con Il laterale sinistro Zinchenko che si alza sulla linea dei
mediani, mentre Odegaard si allarga a destra lascaindo il centro per provare lo smarcamento.
Gli altri 2 trequartisti, Saka e Trossard, si dispongono in linea con il centravanti che
dovrebbe essere Gabriel Jesus.
Arsenal (4-2-3-1): Ramsdale;
Tomiyasu, Saliba, Gabriel, Zinchenko;
Rice, Odegaard;
Saka, Trossard, Martinelli;
Gabriel Jesus.
Brighton – Base:1-4-2-3-1
Possesso: 1-2-4-3-1 o 1-2-3-3-2
Non Possesso: 1-4-4-2 o 1-4-4-1-1
Gol fatti: 33 (26 in the box)
Gol subiti: 28 ( clean sheets 0)
Tiri a partita: 15,5
xG: 1,79
xGa: 1,52
Perc.possess: 62,3%
Perc.precisione: 88,9
Nel sistema base è prevista la presenza di 3 trequartisti dietro la punta; in fase di possesso
il sistema passa a 2-4-3-1 con i due laterali di difesa alzati sulla linea dei mediani, oppure
a 2-3-3-2, in questo caso uno dei due laterali sale in mediana e uno dei trequartisti sale di
fianco alla punta.
Brighton (4-2-3-1): Steele;
Veltman, Van Hecke, Dunk, Igor;
Gross, Dahoud;
March, Lallana, Mitoma;
Ferguson.
ARSENAL-BRIGHTON, FASE DI POSSESSO:
COSTRUZIONE:
L’Arsenal alterna azioni partenti dal basso con il portiere che scambia la palla con i 2 difensori centrali con in aggiunta uno dei 2 mediani che si abbassa per partecipare alla manovra ad azioni lanciate direttamente da Ramsdale spesso sulla zona laterale destra dove si alza Tomiyasu, oppure verso il centravanti Gabriel Jesus. L’obbiettivo in questo secondo caso è quello di andare sulle seconde palle.
Il Brighton al contrario esce quasi sempre in costruzione dal basso, con un 2+4 dove i terzini affiancano i mediani stando in linea perseguendo quale obbiettivo primario quello di attrarre quanto più avversari possibili per poter trovare lo spazio subito dietro la prima pressione e porre i rimanenti 4 uomini in situazione di evidente vantaggio. De Zerbi prova a far tenere sempre palla a terra chiamando spesso in causa il portiere per creare superiorità numerica. Da sottolineare il movimento a pendolo di Lallana che si posiziona in base allo sviluppo del gioco in soccorso ai 6 giocatori bassi.
SVILUPPO:
Arteta coinvolge nella fase di sviluppo i suoi elementi più tecnici, di fatto Odegaard e Saka sono autentici punti di riferimento del gioco dei Gunners; il primo è utilizzato per “pulire” le palle sporche e smistare in velocità il gioco spesso a destra sul secondo; anche Gabriel Jesus si abbassa talvolta a legare il gioco.
La squadra di De Zerbi, una volta superata la prima pressione, occupa al meglio le zone del campo; i 2 mediani che erano in linea in fase di costruzione, ora si dispongono in verticale, con Dahoud più spesso avanzato rispetto a Gross. Il primo viene affiancato dai 2 terzini che entrano nel campo dai due lati per lasciare l’ampiezza ai 2 esterni d’attacco posizionati molto larghi per andare uno contro uno in cui particolarmente Mitoma è maestro. In posizione avanzata intorno alla punta Ferguson ama agire Lallana.
LATERALITÀ:
L’Arsenal opera molto in lateralità poiché anche Odegaard tende con frequenza a spostarsi sul lato destro e sullo stesso lato viene spesso chiamato in causa Saka che ama partire molto aperto per puntare in uno contro uno l’avversario; dall’altra parte Martinelli è dotato di grande tecnica in velocità ed è in grado di saltare l’uomo in agilità come di rientrare sul destro per la conclusione.
Nel Brighton la lateralità viene occupata dagli esterni d’attacco Mitoma a destra e March a sinistra che analogamente ai propri avversari sono dotati di ottima tecnica individuale e capaci di saltare i difensori in uno contro uno. Nonostante ciò anche i terzini sono abili nel cercare la profondità e nel proporre le sovrapposizioni o uno scarico per i compagni di catena. Inoltre De Zerbi cerca di creare proprio sulla lateralità situazioni di superiorità numerica per cui un mediano, un trequartista o anche la punta vengono in aiuto in catena. Stesso discorso di superiorità numerica si prova a creare in area dove non di rado si trovano 2 giocatori del Brighton molto vicini tra di loro contro un solo avversario.
RIFINITURA:
Quasi sempre i Gunners portano in zona rifinitura 5 calciatori che sono i 3 trequartisti, la punta e uno dei 2 terzini, più spesso Zinchenko rispetto a Tomiyasu. Si tende a cercare lo spazio tra le linee di centrocampo e difesa avversaria, molto abile in questo Odegaard.
Nel caso del Brighton lo scopo è creare spazio alle spalle del centrocampo; in rifinitura si vengono a trovare Ferguson e Lallana che riescono a muoversi senza dare riferimenti ai difensori, e gli esterni larghi in ampiezza che sono March e Mitoma; per raggiungere la zona di rifinitura gli uomini di De Zerbi ricorrono a verticalizzazioni, cambi di gioco e cosiddette giocate a muro.
FINALIZZAZIONE:
L’Arsenal in fase di finalizzazione sfrutta molto gli 1 vs 1 dei 2 trequartisti esterni, ma ricorre a volte a anche a triangolazioni il cui vertice portante è quasi sempre Odegaard che ha la capacità di giocare palla di prima e con i tempi giusti. Non disdegna poi i tiri dalla distanza disponendo di buone qualità balistiche dai mediani Rice e Odegaard.
La finalizzazione principe del Brighton è negli 1 vs 1 grazie alle ottime qualità tecniche dei suoi esterni March e Mitoma. Tuttavia non disdegna sovrapposizioni, tagli e triangolazioni, utilizzando come si diceva situazioni di superiorità numerica create ad arte in diverse zone del campo specie in ampiezza. Infine si ricorre anche ai traversoni, molto più spesso che ai cross.
ARSENAL-BRIGHTON, FASE DI NON POSSESSO:
PRIMA AZIONE DIFENSIVA:
Alla stregua delle squadre del suo maestro Guardiola, la squadra di Arteta va in pressione alta per riconquistare il possesso impedendo in questo modo agli avversari di avanzare.
In genere nel Brighton, schierato in non possesso con il 4-4-2, Ferguson e Lallana cercano di schermare il passaggio per le vie centrali, e quando uno dei 2 esce forte sul portatore di palla, in genere un difensore, l’altro va a coprire la linea di passaggio sul play.
GIOCO DIFENSIVO A CENTROCAMPO:
Nell’Arsenal quando la prima fase di pressione viene aggirata ci si pone tutti sotto la linea della palla, con i trequartisti esterni che si abbassano in linea con i 2 mediani e Odegaard che si affianca a Gabriel Jesus. Con palla nei piedi dei difensori centrali avversari sono i 2 attaccanti ad uscire sul portatore di palla, mentre spetta ai 2 esterni di centrocampo uscire quando la sfera viene smistata su uno dei difensori laterali; in questa azione di pressing tutta la squadra accompagna per evitare di dare troppo spazio tra linee di difesa e di centrocampo.
Il Brighton porta i 2 mediani ad avere come riferimento le 2 mezz’ali avversarie con i 2 attaccanti Lallana e Ferguson che tendono a giocare molto stretti e alti e la linea di difesa molto alta e stretta col centrocampo.
LATERALITA’:
L’Arsenal in fase di costruzione avversaria assume un atteggiamento molto aggressivo sulle fasce laterali con i 2 trequartisti esterno che escono forte per il recupero del possesso. Trattandosi di 2 giocatori non difensori a volte non riescono bene nella pressione lasciando quindi spazi molto pericolosi alle spalle. Quindi il compito di andare a chiudere eventuali buchi spetta al mediano o al terzino del lato di competenza.
Il fatto di essere molto corto in fase difensiva costituisce una caratteristica dell’undici di
De Zerbi, per cui nel momento in cui la palla giunge lateralmente, alla fase difensiva partecipano il terzino, l’esterno e uno tra trequartista e centrocampista zona palla. Va ricordato comunque che nel DNA del Brighton non c’è l’attesa, per cui si cerca di riconquistare il possesso quanto prima con un atteggiamento molto aggressivo.
ATTEGGIAMENTO DELLA LINEA DIFENSIVA:
In fase di possesso avversario la linea dell’Arsenal è disposta a 4. Nel momento in cui l’azione avversaria si sviluppa sulla fascia è l’esterno di difesa ad uscire per contrastarlo, lasciando tra sé e il difensore centrale un ampio spazio che viene colmato dal ripiegamento di uno dei 2 mediani. Nel caso in cui la squadra sia molto bassa, ad uscire sul portatore di palla è l’esterno alto di competenza che lascia l’esterno basso in linea con la difesa. La difesa risulta molto compatta e molto attenta a non concedere tagli agli avversari.
Il Brighton, in virtù del proprio atteggiamento fortemente aggressivo con un uomo nella zona molto forte in aggressione, tende a lavorare molto di marcature preventive. Nonostante si tratti di una squadra corta e compatta, spesso si trova a lavorare di diagonali lunghe soffrendo spesso a causa della lentezza dei centrali di difesa che non sempre riescono a coprire tempestivamente lo spazio che si lasciano alle spalle.
ARSENAL-BRIGHTON, TRANSIZIONI
TRANSIZIONE OFFENSIVA:
Dopo il recupero del possesso gli uomini di Arteta attaccano subito la porta avversaria provando a servire in prima opzione uno tra Saka e Martinelli abilissimi in 1 vs 1. In caso di pressione immediata degli avversari la palla viene scaricata all’indietro per una manovra ragionata.
Il Brighton, con palla recuperata nei pressi della propria area tende a ricompattarsi e a ripartire dal basso. Nel caso in cui invece la riconquista avvenga alta, la squadra risulta molto abile nell’attacco diretto e veloce della porta.
TRANSIZIONE DIFENSIVA:
L’Arsenal, persa palla, prova subito a riconquistarla soprattutto se l’azione gravita nella trequarti d’attacco, con una aggressione feroce a tutti i giocatori vicini alla sfera. Nel caso invece si perda il possesso in fase di uscita bassa dalla difesa, la squadra scappa forte per andare a disporsi a difesa della porta, a eccezione di un giocatore che esce sul portatore di palla.
Il Brighton palesa qualche difficoltà in transizione negativa; porta molti uomini nella metà campo avversaria provando a star corta e compatta una volta persa palla. Questo tipo di atteggiamento produce quale effetto negativo il fatto che nel caso in cui non si riesca subito a riconquistare il possesso, il contropiede avversario può spesso risultare letale data la notevole porzione di campo disponibile e per il fatto che nessuno dei 2 centrali dispone di velocità sufficiente.
ARSENAL-BRIGHTON, ANALISI SWOT (Strenghts – Weaknesses – Opportunities – Threats )
PUNTI DI FORZA:
ARSENAL:
Notevole cifra tecnica e talento in trequarti;
Squadra ormai abituata ai meccanismi e alle codifiche di Arteta;
In generale tanta qualità nella rosa.
BRIGHTON:
Notevoli codifiche e sincronismi frutto del lavoro duro di De Zerbi;
Ottima occupazione di ogni zona del campo;
Qualità nel gioco e enormi margini di miglioramento.
PUNTI DEBOLI:
ARSENAL:
Manca di capacità realizzativa nel centravanti;
Rosa non del tutto completa nei cambi.
BRIGHTON:
A volte forzano troppo al giocata in uscita dal basso;
In transizione difensiva spesso non riesce a coprire la profondità a causa della lentezza dei centrali di difesa.