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Addio a Bruno Pizzul: il calcio italiano perde la sua voce

Cristiano Abbruzzese
Bruno Pizzul

Una leggenda del giornalismo sportivo

Il mondo del calcio e della comunicazione piange la scomparsa di Bruno Pizzul, storica voce del giornalismo sportivo italiano. Il telecronista si è spento all’ospedale di Gorizia, pochi giorni prima di compiere 87 anni. La notizia è stata diffusa da RaiNews, rete per cui ha lavorato per oltre tre decenni.

Dai campi di gioco al microfono

Nato a Udine l’8 marzo 1938, Pizzul iniziò la sua carriera da calciatore, giocando come centromediano per Catania, Ischia, Udinese e Sassari Torres. Tuttavia, un infortunio al ginocchio lo costrinse ad abbandonare il calcio giocato. Laureato in giurisprudenza, prima di entrare in Rai insegnò materie letterarie nelle scuole medie.

La voce della Nazionale italiana

Entrato in Rai nel 1969, esordì come telecronista l’anno successivo con Juventus-Bologna, spareggio di Coppa Italia. Nel 1986, divenne ufficialmente il telecronista della Nazionale italiana, incarico che mantenne fino al 2002. Ha raccontato cinque Mondiali e quattro Campionati Europei, con la sua ultima cronaca in Italia-Slovenia (0-1).

Un’icona della TV sportiva

Oltre alle telecronache, Pizzul ha condotto trasmissioni di riferimento come Domenica Sprint e La Domenica Sportiva. Ha raccontato numerose finali europee, tra cui la vittoria del Milan in Coppa delle Coppe nel 1973, il successo della Lazio nel 1999 e il trionfo del Parma in Coppa UEFA lo stesso anno.

Con la sua voce inconfondibile, il suo stile pacato e la sua competenza, Bruno Pizzul ha segnato un’epoca del giornalismo sportivo italiano, diventando un punto di riferimento per generazioni di appassionati.

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