Scommesse illegali: bufera sui calciatori di Serie A
        La rete delle scommesse clandestine nel calcio
L’inchiesta della Procura di Milano, in collaborazione con la Guardia di Finanza di Torino, ha scoperchiato una complessa rete di scommesse illegali che coinvolge un numero crescente di calciatori professionisti, attivi nel biennio 2021-2023. Tra poker room virtuali, siti di gioco non autorizzati e debiti crescenti, lo scandalo si estende ben oltre quanto inizialmente emerso.
Giochi clandestini anche durante i ritiri
Secondo gli atti giudiziari, le scommesse avvenivano persino durante i ritiri della Nazionale italiana. Le giocate venivano effettuate su piattaforme non autorizzate come Betsport22.com, Swapbet365.eu, Vipsport360.com e Texinho.com. I principali nomi coinvolti includono Nicolò Fagioli, considerato il fulcro dell’organizzazione, e Sandro Tonali, che avrebbe agito in modo più riservato.
Il “clan del poker” e i debiti milionari
Le conversazioni intercettate svelano un gruppo WhatsApp chiamato “Poker senza Zaniolo”, frequentato da calciatori come Mattia Perin, Weston McKennie, Leandro Paredes, Samuele Ricci e Nicolò Zaniolo, quest’ultimo descritto come un giocatore inesperto e tenuto all’oscuro di alcune dinamiche. Le serate di gioco virtuale si svolgevano anche dopo pesanti sconfitte, come accaduto dopo il 5-1 subito dalla Juventus contro il Napoli.
L’intermediazione e il riciclaggio via gioielleria
La truffa non si limitava alle giocate. I debiti venivano “coperti” tramite una gioielleria milanese, di proprietà della Elysium Group srl, i cui amministratori sono ora indagati. Gli orologi di lusso non venivano mai consegnati: venivano usati come copertura per bonifici finalizzati al pagamento delle scommesse, celando così operazioni di riciclaggio.
Le accuse e le misure cautelari richieste
I pubblici ministeri Roberta Amadeo e Paolo Filippini hanno chiesto gli arresti domiciliari per cinque persone: i due organizzatori delle piattaforme e i tre amministratori della gioielleria. Contestati i reati di esercizio abusivo di attività di gioco e riciclaggio, con pene fino a sei anni.
Tonali e Fagioli: posizioni divergenti
Sandro Tonali e Nicolò Fagioli avevano già ricevuto squalifiche in ambito sportivo. Tuttavia, le accuse penali sono ora più gravi. Tonali avrebbe collaborato maggiormente con gli inquirenti, mentre Fagioli nega di aver fatto da tramite, nonostante prove contrarie trovate nei dispositivi sequestrati.
Gli altri nomi eccellenti coinvolti
L’inchiesta ha toccato numerosi altri atleti. Tra i calciatori indagati figurano:
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Alessandro Florenzi (Milan)
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Nicolò Zaniolo (Fiorentina)
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Mattia Perin e Weston McKennie (Juventus)
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Leandro Paredes (Roma)
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Ángel Di María (Benfica)
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Raoul Bellanova (Atalanta)
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Samuele Ricci (Torino)
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Cristian Buonaiuto (Padova)
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Matteo Cancellieri (Parma)
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Junior Firpo (Leeds United)
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Il tennista Matteo Gigante
 
Un sistema pericoloso con risvolti criminali
I calciatori, spesso ignari della gravità delle implicazioni, si trovavano intrappolati in un sistema potenzialmente gestito da organizzazioni criminali. Alcuni, come Zaniolo, hanno ammesso di aver avuto paura per possibili ritorsioni, mentre altri, come Perin, iniziavano a dubitare della trasparenza dell’intero meccanismo.
Un’ombra sul calcio italiano
Lo scandalo getta una lunga ombra sulla Serie A e sull’intero movimento calcistico italiano. Le indagini sono ancora in corso, ma la portata dell’inchiesta suggerisce che si tratti solo della punta dell’iceberg. Oltre alla giustizia sportiva, ora tocca a quella penale fare luce su un sistema che ha trasformato lo spogliatoio in una sala da gioco clandestina.