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Nicola Bonfiglio: “Calciatori e depressione, ecco come si guarisce”

Cristiano Abbruzzese
Nicola Bonfiglio

Nicola Bonfiglio, Mental Coach specializzato in Sport Coaching e Top Performance, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di EuropaCalcio.it.

Di seguito i temi trattati.

Per un calciatore di un certo livello è facile ‘autosabotarsi’?

“Per ogni persona in realtà lo è, in quanto siamo fatti tutti alla stessa maniera, dietro uno sportivo c’è sempre un uomo e i meccanismi mentali sono gli stessi che ha qualsiasi altra persona a prescindere dalla professione che svolge. A volte siamo proprio noi stessi ad autosabotarci con dei pensieri negativi che abbiamo durante le giornate che ci orientano le settimane o addirittura le stagioni calcistiche, con delle paure immotivate che nascono dentro di noi. E’ difficile uscire dal quel vortice negativo, se non si hanno gli strumenti giusti che ti permettono di emergere immediatamente spostando il focus, lavorando con azioni concrete quotidiane al raggiungimento dell’obiettivo”.

Ilicic, Iniesta, Morata, solo per citare alcuni casi. In che modo la depressione può colpire i calciatori professionisti e come si può guarire?

“La depressione può colpire chiunque non c’entra il lavoro che si svolge nella vita o la categoria in cui milita di un calciatore. Gli atleti vengono immaginati come super eroi che hanno tutto, invece sono spesso ragazzi fragili, sottoposti a continue pressioni psicologiche, derivanti da incessanti partite e conferenze stampe, che porta loro necessariamente essere messi sotto i riflettori e giudicati perennemente.

Nicola Bonfiglio 2
Nicola Bonfiglio, Mental Coach specializzato in Sport Coaching e Top Performance.

Il corpo e la mente sono due piatti della stessa bilancia, sempre in continua comunicazione, si influenzano l’un l’altro, pertanto se non sei libero mentalmente non puoi esprimerti al tuo massimo livello fisico e tattico. Si guarisce quando un calciatore torna ad amare il proprio lavoro – sottolinea Nicola Bonfiglio – quando non si focalizza su elementi esterni che possono distogliere la sua attenzione rispetto alla performance sportiva.

Con i ragazzi vado a svolgere un lavoro a 360 gradi, anche al di fuori del rettangolo di gioco, io per esempio lavoro al raggiungimento di un equilibrio totale nella vita quotidiana, in quanto se hai un problema emozionale fuori, prima o poi necessariamente lo porterai in campo. Un aspetto che personalmente prendo in considerazione all’inizio del percorso, è per esempio, di non associare il proprio nome e cognome solamente al ruolo che si ricopre nel calcio, ma esiste la persona prima di diventare ancora atleta. Molti calciatori invece che si identificano solo in quella parte, quando smettono di giocare ne risentono psicologicamente in maniera negativa, perché il loro nome era associato solo alla precedente professione”.

Cosa fa il Mental Coach per aiutare i calciatori?

“Il Mental Coach è un allenatore mentale, come esiste un allenatore tattico e un preparatore fisico, esiste l’allenatore della mente che aiuta i ragazzi a fare emergere il proprio potenziale, i propri talenti, a gestire al meglio le loro emozioni, li aiuta a trovare un equilibrio totale nella vita, affinché in campo possano esprimersi totalmente al meglio”.

Come si gestisce il peso delle aspettative e in che modo influisce il calciomercato sui giocatori?

“Le aspettative a certi livelli sono molto elevate e possono distogliere la propria attenzione dal proprio lavoro, pertanto bisogna lavorare con gli atleti facendoli focalizzare solo su loro stessi, non cedendo quindi il loro potere personale all’esterno. Quando tu dai la possibilità a qualcun’altro o qualcos’altro che non sono sotto la tua sfera di controllo, di prendersi parte del tuo tempo o la tua serenità, sei meno forte, sarai sempre in balia di qualcosa o di qualcuno che non puoi gestire tu in prima persona, come ad esempio i i tifosi, gli allenatori, gli hater sui social o il calciomercato che distolgono la tua attenzione.

Se lasci che la paura del giudizio altrui prenda il sopravvento, passerai il resto della tua vita a dipendere sempre da qualcuno. Quindi vuoi lasciare la tua vita nelle mani di qualcun’altro o vuoi essere tu la persona che determina le proprie scelte e il proprio destino?”, ha chiosato Nicola Bonfiglio.

 

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