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Marocco e il sogno Mondiale: un piano ambizioso per il 2030

Manos Staramopoulos
Mohamed Sbihi Manos Staramopoulos Marocco Mondiale

Un traguardo storico dopo cinque candidature

Dopo cinque tentativi andati a vuoto (1994, 1998, 2006, 2010, 2026), il Marocco ha finalmente ottenuto un ruolo di primo piano nell’organizzazione del Mondiale 2030. Il 14 marzo 2023, il re Mohammed VI ha annunciato l’ingresso del Paese nella candidatura congiunta con Spagna e Portogallo.

Un riconoscimento importante per la nazione nordafricana, che vanta una popolazione di 36,8 milioni di abitanti ed è la quinta economia più forte del continente. Il progetto di modernizzazione del Paese, con un orizzonte al 2040, è la chiave di volta per l’evento calcistico più prestigioso al mondo.

Il 4 ottobre 2023, il Consiglio FIFA ha approvato all’unanimità la candidatura congiunta, confermando così il Marocco come co-organizzatore del Mondiale 2030.

Parla l’ambasciatore Mohamed Sbihi

In occasione di questo storico incarico affidato dalla FIFA, EuropaCalcio.it ha intervistato in esclusiva Mohamed Sbihi, ambasciatore del Marocco in Grecia e Cipro.

Diplomatico di lungo corso, il signor Sbihi ha ricevuto nel 2009 il grado di Cavaliere dell’Ordine al Merito Culturale della Costa d’Avorio. Laureato in Economia e Scienze Politiche, ha studiato in Canada e Francia, ricoprendo incarichi di alto livello nel Ministero degli Affari Esteri del Marocco.

Preparativi per la Coppa del Mondo 2030

Quali sono le principali iniziative in corso per prepararsi al Mondiale?

“Il nostro obiettivo non è solo ospitare il torneo, ma lasciare un’eredità alle future generazioni. Il piano di ammodernamento del Paese è un progetto a lungo termine, con scadenza al 2040. Stiamo investendo in infrastrutture, trasporti e sviluppo sostenibile, per migliorare la qualità della vita dei cittadini e garantire un’organizzazione impeccabile della competizione.”

Trasporti e infrastrutture all’avanguardia

Un elemento cruciale per il Mondiale 2030 sarà la mobilità.

“Vogliamo collegare tutte le città attraverso una rete ferroviaria moderna e garantire un facile accesso agli stadi grazie a nuovi collegamenti stradali e servizi di trasporto pubblico efficienti. Il nostro obiettivo è che ogni tifoso possa raggiungere lo stadio in un massimo di un’ora, indipendentemente dalla città in cui si trova.”

La rete ferroviaria ad alta velocità verrà ampliata fino a coprire 1.500 km, con la linea Casablanca-Marrakech che ridurrà i tempi di percorrenza a 1 ora e 10 minuti.

Il Marocco dispone attualmente di 25 aeroporti internazionali, ma il piano prevede di portarli a 30, per sostenere la crescente affluenza di turisti e tifosi.

Un piano ambizioso per le infrastrutture

Negli ultimi anni, il governo marocchino ha investito oltre 15 miliardi di dollari per l’ammodernamento delle infrastrutture.

“Abbiamo la più grande rete portuale dell’Africa e del Mediterraneo, con Tanger-Med, che è il 18° porto più grande al mondo, capace di movimentare oltre 9 milioni di container all’anno.”

Inoltre, il Paese sta puntando sulle energie rinnovabili, con progetti fotovoltaici di livello internazionale e un piano per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili.

L’istruzione e la cultura sportiva in Marocco

Un altro pilastro della crescita del Marocco è l’istruzione.

“L’educazione è gratuita e obbligatoria fino ai 16 anni. Il nostro sistema formativo conta più di 300 centri pubblici di formazione professionale e 40 università, tra cui l’Università Mohammed VI e la storica al-Kuaraouine, riconosciuta dall’UNESCO come la più antica università al mondo.”

I nuovi stadi per il Mondiale 2030

Il progetto per il Mondiale 2030 prevede la costruzione e il rinnovamento di diversi impianti.

Lo stadio Prince Moulay Abdallah di Rabat, demolito e ricostruito, sarà pronto già a marzo 2025 e ospiterà il match inaugurale della nazionale marocchina.

“A Casablanca sorgerà uno stadio da 115.000 posti, il più grande al mondo. Il nostro piano include anche il rinnovamento degli impianti di Fes, Tangeri, Marrakech, Agadir e Rabat, con strutture all’avanguardia per garantire un’esperienza unica ai tifosi.”

L’investimento totale per le nuove infrastrutture calcistiche supera i 250 milioni di euro, con un sistema di parcheggi e strutture di supporto pensate per gestire al meglio l’afflusso di spettatori.

Lavoratori solo marocchini: una scelta di identità nazionale

A differenza di quanto accaduto in Qatar, dove la manodopera era in gran parte straniera, il Marocco ha deciso di affidarsi esclusivamente a lavoratori locali.

“Abbiamo una popolazione di 36 milioni di abitanti e una diaspora di altri 4 milioni all’estero. Non abbiamo bisogno di ricorrere a manodopera straniera. Inoltre, abbiamo creato un Comitato speciale, guidato dal signor Fouzi Lekjaa, presidente della Federazione Calcistica del Marocco, che prende decisioni rapide per garantire il rispetto delle scadenze.”

Il futuro del calcio marocchino

Con il Mondiale 2030, il Marocco punta a consolidare la propria posizione nel calcio internazionale. L’obiettivo è creare un sistema calcistico di alto livello, in grado di formare nuove generazioni di talenti e migliorare la qualità complessiva del movimento sportivo nazionale.

“Non vogliamo solo ospitare il Mondiale, ma lasciare un’eredità tangibile. Vogliamo che il calcio sia il motore di sviluppo per il nostro Paese.”

La strada è tracciata: il Marocco è pronto a scrivere la storia del calcio mondiale.