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Iniesta e la sua depressione: ” Aspettavo arrivasse la notte per prendere le pastiglie e riposare “

Redazione

[df-subtitle]Il giocatore spagnolo ha rilasciato un’intervista al programma “Salvados” menzionando tra le tante cose una delle peggiori fasi della sua vita[/df-subtitle]

Andrés Iniesta ha giocato la sua ultima partita con la maglia della Nazionale spagnola durante l’ultima Coppa del Mondo in Russia. Mesi prima aveva già annunciato che avrebbe lasciato l’FC Barcelona per firmare con la squadra giapponese del Vissel Kobe. Il centrocampista spagnolo ha rilasciato un’intervista a Jordi Évole nel programma “Salvados“, dove ha rivisto il suo passato e il presente.

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Ha parlato di vari problemi tra cui, sicuramente quello che ha colpito una delle peggiori fasi della sua vita, la depressione che ha sofferto dopo aver vinto la tripletta con il Barcellona :

In una situazione come quella delle depressione non hai nulla. Non senti ciò che ti accade attorno. Aspettavo arrivasse la notte per prendere le pastiglie e riposare. Quando soffri di depressione, non sei tu, quando sei così vulnerabile è difficile controllare i momenti della vita“.

Sull’addio al Barcellona ribadisce: “Avrei voluto poter giocare tutta la vita al Barça, ma non ero lì al mio meglio e non potevo dare il mio 100% alla squadra“.

Parole spese anche a proposito della grande rivalità col Real Madrid ed un particolare riferimento a quello che all’epoca era il tecnico dei Blancos Mourinho: “Mourinho era la componente chiave nella cattiva relazione che esisteva in quel momento tra il Barça e Madrid. Si andava oltre dei limiti che non andrebbero superati. Quell’ambiente era insopportabile“.

Spazio anche alla Nazionale e all’ultimo mondiale con l’addio di Lopetegui a pochi giorni dalla prima partita: “Quando Julen Lopetegui ha lasciato la Nazionale, non è stato positivo per lo sport, non poteva essere positivo in alcun modo. Quello che inizia male, di solito, finisce male“. E poi il ricordo del piccolo battibecco con Hierro, che ha sostituito proprio l’ex ct durante Russia 2018: “L’ultima partita è stata come la ciliegina sulla torta. Il mister (Fernando Hierro) mi ha parlato prima ma era inutile. Non ho condiviso la decisione e non mi importava quello che diceva per spiegare, tutto quello che volevo era entrare“.