Il lato oscuro del poker: i bari e gli scandali “cheating”

Da sempre esistono i bari, ma negli anni hanno evoluto le loro tecniche grazie all’avvento del poker online degli ultimi ritrovati della tecnologia.
Barare a poker rappresenta il lato oscuro di questo affascinante gioco. Non si parla di bluff, che è del tutto lecito e anzi è una delle “magie” di questo gioco che consente di vincere anche avendo delle carte perdenti.
Il cosiddetto “cheating” consiste nel trarre un vantaggio nel gioco attraverso l’acquisizione di un’informazione in modo non consentito. Come ad esempio le carte truccate, la manipolazione delle carte in modo più o meno favorevole, la presenza di un complice che comunica le carte dell’avversario, l’utilizzo di microcamere nascoste o, nel caso del poker online, l’accesso al sistema di gestione della piattaforma.
Bisogna dire che i bari esistono fin da quando è nato il gioco, quindi ben prima della nascita del poker moderno. La storia è piena di episodi di bari famosi che si sono arricchiti giocando al casinò oppure nelle bisce clandestine, dove c’erano sicuramente meno controlli.
Oggi, proprio grazie alla tecnologia, da un lato è più difficile barare al poker al casinò, dato che questi ultimi hanno a disposizione diversi sistemi per scoprire e allontanare i probabili bari. Ma dall’altro è diventato anche più semplice barare. Negli ultimi anni, infatti, sono state scoperte delle nuove tecniche per barare, tutte connesse con l’utilizzo della tecnologia.
L’evoluzione delle tecniche dei bari
Ci sono tecniche per barare vecchie di 500 anni e conosciute ai più esperti giocatori “del lato oscuro”, alcune delle quali portate anche sullo schermo da diversi film sull’argomento. Fin dall’antichità i bari erano abilissimi nel manipolare le carte per controllare la distribuzione o per mescolare le carte in modo da ottenere un vantaggio o per arrecare un danno.
Una delle tecniche più classiche è quella di segnare le carte, che si è evoluta nel tempo. Se nel passato veniva fatto in modo impercettibile con una penna, oggi può essere fatta con l’inchiostro invisibile, che può essere rilevato da un particolare paio di occhiali.
Se pensate che a barare siano solo i giocatori vi sbagliate di grosso. Anche i croupier possono imbrogliare. Un’azione tipica è quella di controllare la distribuzione e avvantaggiare un giocatore a scapito di un altro, come può avvenire in certe bische controllate da un’organizzazione di cui il dealer è complice.
Ma a volte lo scopo del croupier è quello di impossessarsi delle chips: ci sono tecniche, di cui si parla già nell’800, con le quali un abile dealer è in grado di sottrarre delle chips con un lesto movimento della paletta. Ma è nota anche la tecnica “del bicchiere di Coca-Cola”, con la quale un dealer complice fa cadere le chips del poker nel bicchiere di un giocatore con cui è d’accordo (in questo caso la presenza del ghiaccio giustifica il rumore prodotto dalla chips che cade).
Nell’era della tecnologia le tecniche si sono evolute di conseguenza e oggi vengono scoperti diversi dispositivi pensati per barare al casinò. Recentemente sono stati scoperti degli smartphone modificati con specchi per catturare le immagini delle carte quando vengono distribuite. Ma anche dei piccolissimi dispositivi di trasmissione per comunicare con dei complici all’esterno della casa da gioco. Tra i sistemi più efficaci ci sono le microtelecamere che oggi sono diventate così piccole da poter essere nascoste senza problemi all’interno di oggetti di uso comune come un paio di occhiali, un accendino o delle penne.
Casi di bari nel poker moderno
Uno dei più grandi scandali per cheating nel poker recente è sicuramente quello che ha per protagonista Mike Postle, un giocatore abituale di cash game online in streaming. A far insospettire i giocatori più esperti sono state le giocate che faceva, delle giocate che apparivano illogiche ma che si rivelavano puntualmente vincenti.
Così, le registrazioni degli streaming sono state studiate accuratamente. Molti hanno notato che Postle guardava spesso il suo smartphone posto sulle gambe. Per questo alcuni hanno sospettato che potesse avere un complice che gli comunicasse informazioni sulle carte degli avversari. È da precisare che il giocatore ha sempre negato le accuse e che il tribunale non è riuscito ad accusarlo con delle prove concrete. Pertanto, ci sono solo degli indizi che non hanno mancato di suscitare un grande polverone mediatico e social, ma nessuna condanna definitiva.
Un altro celebre caso è quello dell’utente online Potripper nel 2007, nel pieno del boom del poker degli anni duemila. Questo giocatore non perdeva praticamente mai e questo fece insospettire non poco gli altri giocatori.
Alla fine dietro all’utenza vincente è risultato esserci il campione di poker delle World Series of Poker del 1995, Russ Hamilton, che in quel momento era un consulente della piattaforma sulla quale l’utente giocava. Quanto gli ha fruttato la truffa? Dopo le sue ammissioni, si è stimato che abbia sottratto agli altri giocatori circa 20 milioni di dollari.
Probabilmente il lato oscuro del poker continuerà ad esistere, nonostante i tentativi di contrastarlo da parte dei casinò e delle piattaforme di gioco online. Le quali, sono sempre in prima linea per limitare il fenomeno.
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