Djibril Cissé condannato a otto mesi con sospensione condizionale

Mercoledì scorso, a Bastia, Djibril Cissé è stato condannato a otto mesi di carcere con sospensione condizionale e a una multa di 20.000 euro per abuso di beni aziendali e omissione di scritture contabili. Il Tribunale penale di Bastia ha inoltre disposto la privazione del diritto di eleggibilità per tre anni. Tuttavia, l’ex nazionale francese, 43 anni, è stato assolto dalle accuse di frode fiscale e riciclaggio di frode fiscale.
La Società nel Mirino
La società per azioni semplificata unipersonale dell’ex attaccante, domiciliata a Furiani, è finita sotto la lente della giustizia. Nonostante la liquidazione coatta amministrativa nel 2020, il conto corrente associato è rimasto debitore di 550.000 euro, configurando, secondo l’accusa, un abuso del patrimonio aziendale.
Accuse di Riciclaggio e Debiti Fiscali
L’indagine ha rivelato che Cissé non aveva dichiarato questa somma all’amministrazione fiscale, alimentando l’accusa di riciclaggio di frode fiscale. Secondo il pubblico ministero, “ha trasferito denaro sui suoi conti bancari”. È emerso inoltre un debito fiscale di 230.000 euro per omessa dichiarazione dell’IVA e dell’imposta sulle società.
Difesa e Dichiarazioni
Djibril Cissé ha sempre sostenuto di non aver frodato il fisco, affermando: “Ho sempre detto di non aver frodato il fisco e i tribunali mi hanno dato ragione”. Il suo avvocato difensore, Me Malcolm Mouldaïa, ha spiegato che la microimpresa serviva a gestire le entrate legate all’immagine di Cissé, durante la sua riqualificazione come DJ e consulente calcistico per la televisione. Ha inoltre sottolineato le difficoltà incontrate con la società di contabilità che non aveva gestito bene la pratica.
Conclusione
Il caso di Djibril Cissé mette in luce le complessità delle accuse di frode fiscale e l’importanza di una gestione accurata delle finanze personali e aziendali. La sentenza del Tribunale di Bastia pone fine a una vicenda giudiziaria che ha coinvolto l’ex calciatore, mentre il suo legale continua a sostenere l’innocenza del cliente riguardo alla maggior parte delle accuse.