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Udinese: perdere ci può stare, basta che…

Redazione
Udinese

[df-subtitle]Alcune considerazioni sul momento dell’Udinese dopo le due sconfitte consecutive che hanno lasciato sensazioni contrastanti: positive contro la Lazio, molto negative contro il Bologna[/df-subtitle]

Perdere ci può stare, basta che non diventi un’ abitudine
Due sconfitte consecutive e il tifoso, ma anche colui che giudica a breve termine, chiede già la testa a turno di Scuffet, Velazquez, Pozzo che investe poco – e male – Behrami, la difesa, l’attacco. Sarebbe invece più opportuno valutare una trasferta insidiosa come quella di Bologna contro una squadra che sette giorni prima aveva sconfitto la Roma e si era “difesa” contro questa Juventus inavvicinabile e inscalfibile. Per capire dove finiscono i meriti dei padroni di casa e iniziano i demeriti degli ospiti, bisogna però valutare il momento in cui si spegne la luce tra i friulani: il gol da fuori di un liberissimo Santander (ci risiamo, come Meitè col Torino) e da quel momento la squadra è scomparsa dal campo, prendendo il 2-1 nella ripresa e rischiando il tracollo nel finale. Perdere ci può stare, ma occhio, il gruppo è giovane, da un punto di vista mentale resta sempre sul filo del rasoio e al momento non c’è nemmeno quel salvagente di punti che serve per una salvezza tranquilla.

Fase offensiva
I 25 minuti a Verona con due gol sfiorati e poi la trasformazione decisiva del 2-0 avevano illuso anche i più scettici. Invece da Bologna si torna con un Kevin Lasagna che continua a fare fatica in questo modulo che lo vede più improntato al sacrificio che alla realizzazione. Velazquez correttamente continua a parlare di importanza della squadra e non del singolo elemento, ma in questo momento il collettivo ha bisogno di esaltare il proprio terminale offensivo, fermo a 1 sola segnatura su 8 totali della squadra. In più l’apporto di Teodorczyk non ha mai ribaltato le sorti. La salvezza (o un campionato tranquillo) di una squadra, passa per forza di cose dai gol delle sue punte.

4 gol subiti in 2 partite
L’importanza della fase difensiva per Velazquez è sotto gli occhi di tutti. Fino al match con la Lazio l’Udinese era addirittura la seconda migliore difesa del campionato con 4 gol subiti. Ora in due partite passivo raddoppiato; se i due gol con la lazio ci possono stare (fino a un certo punto, il secondo gol è un errore della difesa su un numero di Correa), contro il Bologna Santander è lasciato libero di tirare da fuori (esattemente come Meitè in Udinese – Torino), mentre Orsolini trova lo spazio in area in una difesa troppo statica. La squadra nella fase difensiva dimostra attenzione quando c’è da aggredire alta per rubare palla e ripartire soprattutto grazie all’apporto dei terzini in linea con i centrali e dello schermo di Behrami, ma spesso sulle seconde palle al limite o nelle giocate in area si resta a guardare quasi come vittima di cali di concentrazione. La salvezza e la maturità di una squadra che fino al 1-1 col Bologna ha mostrato sprazzi importanti e interessanti, passa anche dal sapere mantenere concentrazione e cattiveria per tutti i 90 (o 95 come dicono adesso gli allenatori) minuti di gara.

Calendario
Ora il calendario si fa complicato e il rischio è concreto di ritrovarsi tra poco più di un mese pesantemente invischiati nella lotta salvezza: sabato Juventus in casa, poi pausa (dove verosimilmente la squadra friulana “perderà” diversi giocatori per le nazionali), poi si ritornerà in campo e di nuovo in casa contro il Napoli, poi trasferta a Genova contro un Genoa in salute e poi Milan di nuovo in casa. 4 partite dove l’Udinese parte sfavorita; per questo a Bologna era fondamentale prendere almeno un punto, se non quei tre punti che la squadra dei primi 20/25′ di gioco sembrava meritare.

Testa bassa e pedalare
Si dice nel ciclismo. Ora bisogna prendere gli errori commessi in questa prima parte di campionato e non cancellarli, ma tenerli sempre ben in mente. La crescita di una squadra passa anche o forse soprattutto dalle sconfitte. Evitare di esaltarsi dopo 3 punti, ma anche deprimersi dopo un paio di sconfitte: ora a Velazquez, con tutto quello che di buono ha dimostrato fino adesso, l’arduo compito di guidare la propria squadra lungo le pendenze più complicate di questo inizio campionato.