Sassuolo, Berardi: “Essere una bandiera è un orgoglio”

SASSUOLO BERARDI BANDIERA – Intervistato da SassuoloChannel, Domenico Berardi, 30 anni, ha ripercorso questa annata col Sassuolo, squadra in cui gioca da sempre.
Così l’attaccante: “La stagione è stata sicuramente una stagione positiva perché venivamo da una retrocessione in Serie A e sicuramente molti di noi che sono rimasti ci tenevano a riportare il Sassuolo in Serie A. È una stagione impegnativa, perché il campionato di Serie B non è scontato da vincere anche se hai dei giocatori molto forti e ci siamo riuniti insieme al mister e siamo riusciti a portare il club dove merita“.
SASSUOLO BERARDI BANDIERA – Prosegue: “L’infortunio? Io subentravo da un altro infortunio, perché mi ero appena operato al ginocchio ed ero in fase di ripresa. Non ero sicuramente al 100%, però ci tenevo a dare una mano alla squadra e ho fatto il massimo per giocare. Poi l’abbiamo visto tutti, mi sono fatto male su un momento un po’ particolare della stagione ed è stata secondo me la parte più difficile da superare, perché da lì in poi il Sassuolo è entrato in un tunnel dove eravamo in vantaggio ma non riuscivamo mai a portare i punti a casa ed è stata anche una stagione un po’ sfortunata dopo il mio infortunio“.
SASSUOLO BERARDI BANDIERA
Poi: “Mister Grosso si è presentato subito dall’inizio bene, ha ricreato quel gruppo che l’anno scorso un po’ si era perso, ha portato spensieratezza ed esperienza che aveva già vinto un campionato per Frosinone in Serie B, quindi anche grazie a lui che ci ha fatto entrare nell’ottica questo campionato è difficile. Poi il Mister ama questo sport, ci ha trasmesso passione, lavoro, sacrificio e come ho detto prima ha ricreato quel gruppo che l’anno scorso si era un po’ perso“.
Infine: “Sassuolo come famiglia nasce da tanto tempo perché con Carnevali, Giorgio Squinzi e Adriana Spazzoli che mi hanno accolto come se fossi un figlio, poi loro purtroppo sono venuti a mancare e hanno preso in mano la situazione i figli Veronica e Marco, ci sono stati tanto vicini, mi sono stati tanto vicini anche nel momento in cui mi sono fatto male. Ho sempre detto che Sassuolo è famiglia, è casa e mi trovo bene. Essere la bandiera di Sassuolo mi rende orgoglioso perché non ce ne sono più di bandiere“.
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