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Nicola: “La Serie A è strategica e difficile. Vardy? Ha ancora fame”

Samuele Zarlenga
Cremonese Vardy

Davide Nicola, allenatore della Cremonese, ha parlato ai microfoni della Gazzetta dello Sport riguardo la situazione in casa dei grigiorossi. La formazione lombarda arriva da un ottimo avvio di campionato, con 6 punti raccolti nelle prime due giornate, e gli ultimi giorni di mercato hanno regalato il grande colpo: Jamie Vardy.

CREMONESE, NICOLA: “VARDY È ANCORA UN GIOCATORE AFFAMATO. COME GESTIRÒ L’ABBONDANZA IN ATTACCO? SIAMO GIUSTI”

STILE DI GIOCO – “Parto dal concetto di dominare il gioco. Cosa significa? Chi non vorrebbe dominare? Per me dominare il gioco significa dominare le situazioni: quando un giocatore è a suo agio in fase di possesso e nelle rispettive transizioni, per me è un giocatore di livello. Il giocatore ideale è quello che sa abitare il contesto. La mia responsabilità è prepararlo a questo. Capire il gioco significa avere conoscenza di alcune relazioni geometriche da distruggere e ricostruire all’interno di uno spazio, nel quale sviluppare la libertà e le relazioni con i compagni. Questo fa la differenza”.

LA ROSA – “Abbiamo 10-12 giocatori nati dal 2000 al 2004, la maggior parte italiani. Siamo convinti che ci siano italiani che abbiamo potenzialità incredibili e su questi vogliamo lavorare. I talenti in casa nostra ci sono e non sono pochi. Bisogna avere l’accortezza di dare loro fiducia e di sostenerli. Stesso discorso per gli stranieri. A questi si aggiungono tre 1999 e via scalando. Il gruppo squadra è stato costruito per arrivare agli ultimi due, che sono i veri esperti, Vardy e Vazquez. Ma sono due che se gli dici che bisogna stare dietro la linea della palla lo fanno senza fiatare”.

VARDY – “Non percepisco clamore, ma l’entusiasmo della gente per quello che stiamo facendo. La connessione con i nostri tifosi sarà il vero motore. Quando ci siamo accorti che l’operazione era fattibile, abbiamo cominciato a spiegargli cosa volevamo costruire. Sentirci corrisposti in quel modo e vederci scelti da questo punto di vista è stato importante. È un giocatore ancora affamato. Come gestirò l’abbondanza? Non c’è abbondanza, siamo giusti. Il calcio attuale vive sulla capacità di determinare a prescindere dal minutaggio. Chi determina viene scelto”.

SERIE A“È un torneo selettivo e diverso dagli altri campionati europei. Qualsiasi giocatore e allenatore che arriva si accorge della complessità del campionato italiano. Che è troppo spesso e ingiustamente denigrato. È strategico, competitivo, difficile”.

 

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