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Milan Rangnick Ibra: “Non è nel mio stile insistere su giocatori di 38 anni”

Redazione
Milan Rangnick

Milan Rangnick Ibra – Prima di rinnovare il contratto di Stefano Pioli, il Milan era molto vicino ad ingaggiare Ralf Rangnick per la panchina. L’andamento positivo della squadra, però, ha convinto la società a confermare l’ex Fiorentina. Oggi, Rangnick è intervenuto sulle pagine de La Gazzetta dello Sport. Di seguito le sue dichiarazioni riportate da calciomercato.com:

Quando ha sentito il Milan per la prima volta?
“I primi contatti col Milan risalgono a fine ottobre, quando la squadra era in una situazione complicata a tre punti dalla zona retrocessione. Io non ne ho mai parlato in pubblico, ma nessun contratto o penale”. 

Alla fine si è virato su Pioli, che è stato confermato.
“Conferma meritata, anche per la persona che è: l’ho apprezzato nelle interviste, sempre concentrato sugli obiettivi. La sua squadra è stata la migliore post coronavirus: cambiare allenatore non sarebbe stato saggio, né rispettoso. Se poi è la scelta giusta nel medio e lungo termine, è un’altra questione”. 

Maldini e Boban.
“Nella vita una delle mie regole è: non parlare di chi non conosci personalmente. E da parte mia non è mai stata detta mezza parola sul Milan, mai. Posso parlare di Maldini ex calciatore: è stato straordinario, una leggenda vera e propria. Ma non posso dire lo stesso da direttore sportivo: semplicemente, non lo conosco in questo ruolo. Da esterno ci si può chiedere sela proprietà è contenta dei risultati in rapporto al denaro investito negli ultimi anni. Io causa del divorzio tra Boban e il Milan? Dovete chiedere a chi rappresenta il club”. 

Infine, una domanda su Ibrahimovic.
“La domanda è: perché il Milan si era rivolto a me e cosa mi voleva far fare? Magari cercava una svolta. Lavoro alla crescita e i giovani imparano molto più in fretta. Non è nel mio stile insistere su giocatori di 38 anni: non perché non siano abbastanza bravi, e Ibra certamente lo è, ma perché preferisco creare valore e sviluppare il talento. Per me ha poco senso puntare su Ibra o Kjaer, ma è la mia idea, né giusta né sbagliata, semplicemente diversa. Quando Ibra ha detto di non conoscermi non aveva torto, perché anch’io non lo conosco personalmente, non avendoci mai parlato”.