La discrezionalità rovina il gioco del calcio, Napoli – Chievo e Var a ‘Un Calcio Alla Radio’
[df-subtitle]Malfitano: ADL si convinto che il San Paolo è ormai un piccolo tempio per i napoletani. E’ lì che sono stati vinti i trofei del Napoli e fa parte di una storia lunga sessant’anni[/df-subtitle]
In diretta a “Un Calcio Alla Radio”, trasmissione in onda sulle frequenze di Radio CRC Targato Italia, sono intervenuti vari opinionisti e giornalisti per parlare del Napoli, del match che la squadra azzurra dovrà affrontare nel prossimo turno di campionato contro il Chievo, del Var, di alcune direzioni arbitrali e di altri argomenti.
Questi i loro pareri riportati da EuropaCalcio.it:
[df-subtitle]MAROLDA: “Napoli-Lazzari? Giocatore interessante, ma per vincere serve altro”[/df-subtitle]
Francesco Marolda, giornalista del Corriere dello Sport: “Speriamo che i lavori al San Paolo siano all’altezza delle aspettative, anche se resto scettico, con tutto il rispetto per chi sta seguendo la situazione.
Napoli-Chievo? Mi auguro che non ci siano più turnover forzati da parte di Ancelotti, anche se qualche cambio me lo aspetto. Il Napoli deve essere attento in ogni partita, con il Chievo che verrà al San Paolo più riposato e decisamente scosso dal cambio di allenatore. Gli azzurri avranno problemi solo se sottovaluteranno i clivensi.
Lazzari della Spal? E’ un giocatore interessante, si inquadra nella logica di un Napoli che cerca ragazzi di prospettiva, senza pagare prezzi eccessivi. Però, se il Napoli vuole vincere qualcosa di importante, mi aspetto anche qualche nome di maggiore prestigio”.
[df-subtitle]MALFITANO: “Il San Paolo è storia!”[/df-subtitle]
Mimmo Malfitano, giornalista della Gazzetta dello Sport: “Ho sempre ritenuto che spostare il nuovo stadio del Napoli in provincia fosse un’idea poco realizzabile. Sono certo che De Laurentiis comprerebbe il terreno in due secondi, ma si è convinto che il San Paolo è ormai un piccolo tempio per i napoletani. E’ lì che sono stati vinti i trofei di questa squadra e fa parte di una storia lunga sessant’anni.
Il San Paolo è storia, come lo è San Siro per Milan ed Inter o l’Olimpico per Roma e Lazio. Il Napoli negli ultimi anni ha fatto l’impossibile per competere ai vertici e anche se qualcosina in più avrebbe potuto farla l’anno scorso. Se la Juventus, poi, prende Pogba a gennaio, parliamo del nulla.
Anche se confrontiamo i nomi di mercato accostati alle due squadre, capiamo le dimensioni delle due società. Milik e Zielinski? Se Milik dovesse segnare una doppietta contro il Chievo, già vedo i titoloni per osannare questo ragazzo.
Poi, magari, stecchi una gara contro una grande e si parte con le critiche. Zielinski è un giocatore che abbiamo osannato tutti, poi abbiamo scoperto questo Fabian Ruiz che è un talento che incide maggiormente nella partita. La gara col Chievo potrebbe essere ideale per rilanciare i due polacchi”.
[df-subtitle]REPICE: “Questo campionato può perderlo soltanto la Juventus”[/df-subtitle]
Francesco Repice di Radio Rai 1: “Napoli-Chievo? L’anno scorso fu una partita incredibile, con quella vittoria al cardiopalma arrivata nel finale. Sono quelle partite che possono decidere una stagione, con il match-point poi guadagnato con il gol di Koulibaly allo Stadium. Vincere il campionato dopo aver ribaltato certe situazioni diventa quasi un obbligo.
Questo campionato lo può solo perdere la Juventus. E’ una squadra davvero troppo forte. Poi se i bianconeri dovessero iniziare a perdere colpi, deve esserci una squadra valida alle spalle e il Napoli può candidarsi come tale.
Se l’anno scorso ci fosse stato Ancelotti sulla panchina azzurra dopo il gol di Koulibaly, gli azzurri avrebbero avuto il 70% di possibilità di vincere lo scudetto. Nulla contro Sarri, ma Carlo è più abituato.
La Nazionale? Mancini sta cambiando in meglio questa squadra. L’anno scorso eravamo disperati dopo il mancato Mondiale, con una totale sfiducia verso il nostro movimento calcistico. Adesso, invece, sembra tutto cambiato, con tanti talenti che possono dare un grande futuro al nostro calcio. A marzo ci saranno le qualificazioni per l’Europeo, e sono davvero curioso di vedere che scelte farà Mancini. Sono curioso anche di vedere la crescita di Tonali e Zaniolo, che sono due talenti di grande prospettiva”.
[df-subtitle]RUSSO: “Il caso-Chievo? Vi spiego tutto”[/df-subtitle]
Filippo Russo di Calciomercato.com: “Il caso Chievo? Nei mesi scorsi ho analizzato i bilanci di molte società nostrane, e nel caso del Chievo ho notato che il grosso del bilancio si reggeva su plusvalenze incrociate.
Trovavo bizarro che ci fosse uno scambio così fitto di giovanissimi tra il Chievo e Cesena, con delle valutazioni a margine molto generose. E quando poi questi ragazzi giungevano all’acquirente, o venivano rigirati in prestito al venditore, o in serie minori, dove non venivamo mai utilizzati. Da qui si è scatenato un circo mediatico che ha portato alla luce queste irregolarità di bilancio e la conseguente penalizzazione del Chievo.
Perché i clivensi non sono stati retrocessi? L’attuale sanzione è stata fin troppo mite, ma questa è un’opinione personale. Il Chievo non sarebbe stato retrocesso comunque, dato che la Giustizia Sportiva non avrebbe mai avuto intenzione di punire in maniera così pesante il club veronese. Una decisione che segue un po’ gli stessi criteri applicati alla sanzione inflitta al Foggia. Il Chievo è stato riconosciuto colpevole di negligenza, anche se è il primo club che viene punito per questioni inerenti alle plusvalenze”.
[df-subtitle]Editoradio CHIARIELLO: “La discrezionalità rovina il gioco del calcio”[/df-subtitle]
Umberto Chiariello per il suo consueto ‘Editoradio’: “Il Napoli è una squadra completa in ogni reparto. La perla, la chicca di mercato sarebbe davvero gradevole, ma non credo che De Laurentiis abbia intenzione di spendere tanto a gennaio.
Poi, magari, superi il girone di Champions e ti capita un turno favorevole e l’appetito aumenta, ma da ADL ho imparato ad aspettarmi di tutto. C’è stato un convegno arbitrale in cui hanno partecipato tanti allenatori, che hanno parlato con Rizzoli, il designatore arbitrale.
E’ una persona aperta al dialogo con tutti, ma cosa succede: Rizzoli ammette sette errori. Chiede di più dai propri arbitri e di definire per bene la questione del fallo di mano. Come il caso Benatia, che a Milano andava espulso, anche se Rizzoli afferma che il giudizio lì resta a discrezione dell’arbitro.
Questo che significa? Che siamo in mano a persone che possono decidere come vogliono? Che il regolamento può essere interpretato a seconda della propria discrezionalità? Da anni mi batto nel dire che il regolamento deve essere il meno discrezionale possibile, anche perché la discrezionalità rovina il calcio”.
[df-subtitle]MARELLI: “Il VAR? C’è stata una modifica al protocollo”[/df-subtitle]
Luca Marelli, ex arbitr0: “Ieri durante l’ultimo incontro tra arbitri e allenatori, sono stati proposti dati di evidente estrazione arbitrale. E’ chiaro che c’è stata una modifica al protocollo, ed è anche giusto.
L’anno scorso si analizzava al VAR qualsiasi contatto avvenuto in area di rigore, mentre quest’anno si vanno a rivedere soltanto i falli di mano. Anche chi ne fa utilizzo si sta rendendo conto che il VAR è ancora limitato. Rizzoli ha ammesso che ci sono stati degli errori: l’anno scorso ce ne furono cinque dopo quattro mesi, quest’anno invece sette dopo due mesi.
Non abbiamo sentito, per esempio, il rigore su Asamoah in Sassuolo-Inter, perché non è un errore del protocollo. Arriviamo al fallo di mano di Benatia: Rizzoli ha detto che si trattava di un episodio soggettivo e avrei fatto lo stesso anche io.
E’ giusto a livello di dirigenza arbitrale non sostenere una tesi specifica, dando ragione a nessuno. La soggettività nel gioco del calcio è impossibile da eliminare in uno sport di contatto come il nostro.
Non sono d’accordo sul cambiare il regolamento inerente ai falli di mano. In qualsiasi tocco è difficile stabilire il grado di volontarietà in presa diretta, ma poi con le immagini in mano è certamente meno complesso.
Il Challenge? E’ l’evoluzione naturale del VAR ed è normale che arriveremo a quel punto, ma prima occorre tempo. Il VAR è come un adolescente, che troverà la maturità dopo qualche periodo di crisi emotiva”.