Salta al contenuto

Jack Bonaventura: storia del ragazzo di cui non si può fare a meno

Redazione
Bonaventura

Se sul dizionario della lingua italiana fosse presente la voce: “giocatore più sottovalutato degli ultimi 10 anni” accanto ad essa figurerebbe senza ombra di dubbio la foto di Giacomo Bonaventura.

Jack Bonaventura nasce a San Severino Marche il 22 Maggio del 1989 e fin da giovanissimo il suo migliore amico risulta essere il pallone da calcio. Giacomo, infatti, inizia la propria “carriera” molto presto tra le fila della San Francesco ’93 di Cingoli e della Settempeda, ove resterà fino alla categoria “Giovanissimi”.

In un periodo più maturo della sua vita si trasferirà al Tolentino, dove viene notato da Antonio Buongiorni, osservatore dell’ Atalanta in Toscana. Buongiorni resta letteralmente stregato dalle movenza e dalla personalità di Giacomo e, immediatamente, chiama i suoi superiori per avviare le pratiche riguardanti il trasferimento in maglia nerazzurra.

Jack Bonaventura: storia del ragazzo di cui non si può fare a meno

Una volta approdato nel centro sportivo di Zingonia l’allora 18enne Jack Bonaventura ci mette pochissimo a farsi notare dagli addetti ai lavori e il suo esordio nella massima serie nazionale arriverà neanche un anno dopo, ovvero il 4 Maggio 2008 nella sfida casalinga vinta per 3-2 dalla “Dea” contro il Livorno di Fernando Orsi.

Nella stagione successiva Jack Bonaventura approda nella Pergocrema, società di Prima Divisione dove disputa un’ottima stagione prima di “rincasare” nuovamente a Bergamo l’Estate successiva. Nella compagine bergamasca, però, non riesce a ritagliarsi il suo spazio e quindi viene nuovamente girato in prestito, stavolta al Padova club con il quale un’anno dopo conquisterà la tanto agognata e sognata salvezza. Il talentuoso centrocampista marchigiano, poi, tornerà ancora in Lombardia ma, questa volta, per restarci definitivamente conquistando e ammaliando tutti a suon di gol e grandi prestazioni.

In pochissimo tempo quindi e quando ancora in pochi credevano in lui Giacomo diventa un uomo fondamentale per lo spartito tattico dell’ Atalanta andando a ricoprire il nuovo ruolo che Stefano Colantuono ha cucito appositamente per lui alle spalle della punta così da portare gli Orobici a vincere il campionato cadetto e quindi, nuovamente, in Serie A.

Jack Bonaventura: storia del ragazzo di cui non si può fare a meno

Il primo gol nella massima serie arriverà il successivo 11 Aprile quando siglerà la rete che aprirà le marcature nella vittoria bergamasca ai danni del Napoli. Le stagioni successive lo consacreranno sempre di più fino a consentirgli il grande salto, quello atteso per tutta la vita. E’ la fine del mercato del 2014 e quando la sua permanenza a Bergamo sembrava scontata irrompe nella sua vita il “Condor” Galliani che, pagando 7 milioni di Euro all’ Atalanta lo consegna al Milan.

Tra le fila dei rossoneri risulterà essere un tassello fondamentale per tutti gli allenatori che si susseguiranno sulla panchina rossonera (da Inzaghi a Mihajlovic passando per Gattuso fino ad arrivare a Stefano Pioli). Bonaventura, quindi, divenne letteralmente indispensabile per la squadra rossonera prendendo parte da assoluto protagonista alla crescita costante della squadra che lascerà solo un anno prima della conquista del tanto sognato tricolore.

Jack Bonaventura: storia del ragazzo di cui non si può fare a meno

Da svincolato, infatti, Jack approderà nel Settembre del 2020 alla Fiorentina dove, prima con Iachini e Prandelli e poi con Italiano, vedrà praticamente sempre il campo risultando il metronomo perfetto della squadra gigliata riuscendo a conciliare perfettamente l’estro e la sostanza, riuscendo a ricoprire agevolmente la doppia fase, il che lo renderà, forse, il miglior centrocampista box to box del nostro campionato e non solo.

Appena quattro mesi fa sfiora, con il club viola, l’impresa europea in Conference League dove, nonostante il suo gol nella finale di Praga contro il West Ham, la banda di Italiano esce sconfitta a causa di un gol ingenuo preso negli ultimi minuti. Sarebbe stato l’epilogo perfetto per la carriera del miglior “gregario” degli ultimi anni, un giocatore ordinato talentuoso e dal profilo basso che ha, letteralmente, fatto le fortune di tutte le squadre che hanno avuto il privilegio di averlo.

A fornirgli la vetrina che merita, però, forse ci ha pensato Luciano Spalletti, CT della Nazionale Italiana che, dolo pochi giorni fa, ha voluto paragonarlo a quello che ad oggi, forse, risulta essere il miglior centrocampista del mondo, ovvero Jude Bellingham. Il paragone potrà sicuramente sembrare irriverente eppure non si discosta così tanto dalla realtà perché Giacomo Bonaventura nella sua lunga carriera è sempre stato un professionista esemplare ed un giocatore meraviglioso solo che a volte, inspiegabilmente, ha goduto di troppa poca pubblicità.