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Inter, Lukaku: “Sempre sognato i colori nerazzurri. Io come Adriano”

Redazione

Inter Lukaku Adriano– Quando Antonio Conte è arrivato sulla panchina dell’Inter, una delle sue richieste è stata quella di portare Lukaku in nerazzurro. Dopo una lunga trattativa, la dirigenza ha deciso di accontentare il suo allenatore e adesso il belga non si ferma più. Protagonista di un ottimo inizio di stagione, oggi Romelu Lukaku si è raccontato alle pagine del Corriere dello Sport. Di seguito le sue dichiarazioni:

Cosa cambia tra la Premier League e la Serie A.
“Più la frequento e più trovo le zone del campo dove posso essere efficace. Mio fratello Jordan mi aveva parlato di un grande campionato che mette alla prova gli attaccanti. Qui ci sono i migliori difensori e da voi ogni difesa è preparata per qualsiasi situazione di gioco. Per questo il calcio italiano mi piace così tanto. Se un attaccante segna tanti gol in Italia può farli in qualsiasi altro torneo d’Europa”.

Dopo una lunga trattativa, l’arrivo all’Inter.
“Ho sempre avuto il desiderio di giocare nell’Inter. Non appena ho saputo che il club nerazzurro mi voleva, ho preso la mia decisione e l’ho detto al mio agente”.

Inter Lukaku Adriano – L’attaccante, poi, ha parlato di Adriano.
“Ero un grande tifoso di Adriano quando indossava questa maglia e lo ero anche di Ronaldo: ha segnato nella prima finale che ricordo di aver visto da bambino, quella di Coppa Uefa contro la Lazio nel 1998. Credo di assomigliare ad Adriano: anche lui era grande, grosso, veloce e mancino. Quando guardavo le sue partite con l’Inter, sognavo di essere come lui. Mi ricordo che contro l’Udinese fece un gol incredibile. Mi ero ripromesso che se un giorno avessi avuto l’opportunità di giocare in Italia sarebbe stato solo per l’Inter”.

Il Manchester United.
“L’esperienza a Manchester mi ha fatto diventare più forte di testa perchè non tutto è andato come avevo previsto: non ho vinto quello che speravo, le mie prestazioni non sono state del tutto positive e non mi sono neppure sentito voluto al 100%. Non tanto dallo staff tecnico o dai compagni, ma dalle persone intorno. Così dopo la gara contro il Chelsea, il 28 aprile, l’allenatore mi ha chiamato per un incontro e gli ho detto quello che pensavo ovvero che volevo andarmene”.

Come hanno reagito Solskjaer e la dirigenza?
“Lui ha letto nella mia faccia che non volevo restare più e mi ha risposto che non intendeva trattenere nessuno controvoglia. Ha capito il mio punto di vista e mi ha assicurato che avrebbe fatto il possibile per accontentarmi. Si è guadagnato il mio rispetto e, fino a che non ho lasciato Manchester, con lui non c’è stato nessun tipo di problema. I dirigenti dello United e Solskjaer avranno il mio eterno rispetto”.

C’è la possibilità che Ibrahimovic torni in Serie A.
“Zlatan è un guerriero. Ci somigliamo davvero perchè entrambi abbiamo affrontato nella nostra vita circostanze difficili fin da bambini e quando parliamo ci capiamo al volo. Lui fuori dal campo è uno dei tre giocatori più intelligenti che abbia incontrato. Non tutti lo sanno, ma mi ha aiutato tanto quando sono arrivato allo United: si sedeva in fondo al pullman della squadra con me, parlavamo molto e mi dava consigli. Se non si fosse infortunato, giocare in coppia con lui sarebbe stato perfetto. Credo che tornerà in Serie A”.

Obiettivo scudetto.
“Dobbiamo pensare a una partita alla volta, una alla volta. In Italia in questi anni tanti hanno detto di voler vincere il campionato, ma non è mai successo. Ecco perchè dico che dobbiamo pensare solo al Torino”.