Fonseca, uomo solo e nemmeno al comando: l’all in del tecnico

Paulo Fonseca, tecnico del Milan, ha rivolto una severa critica nei confronti di alcuni componenti della squadra dopo la gara di ieri: ora…
FONSECA – Sotto una cattiva stella. La gara di Champions League, pur proiettando il Diavolo verso i Playoff della massima competizione europea, con il vantaggio del Milan sul venticinquesimo posto occupato dal Paris Saint Germain di cinque punti nella graduatoria del girone unico, ha lasciato profonde scorie in un rapporto tra tecnico e squadra pronte a essere detonate da un momento all’altro. Al termine della gara contro la Stella Rossa, infatti, Paulo Fonseca ha certificato la profonda inversione di tendenza nelle dichiarazioni post match, già intrapresa a Bergamo (quando si è scagliato contro l’arbitro, La Penna) passando all’additare colpe ai singoli componenti del gruppo squadra per la negativa prestazione offerta nell’arco dei novanta minuti contro i serbi.
Pur senza citarne espressamente i nomi, l’allenatore lusitano si è scagliato contro l’atteggiamento poco professionale di alcuni calciatori i quali, a detta sua, non giocherebbero per il bene del Milan. Una presa di posizione forte, figlia di una prima parte di stagione in cui è successo di tutto dalle parti di Milanello. Parole inequivocabili, mirate a sollecitare gli animi di alcuni elementi apparsi, volutamente, sottotono, pronunciate da un uomo sempre più solo all’interno del mondo rossonero e in balia degli eventi. Basti pensare che, nel Centro Sportivo rossonero, questa mattina, nessun membro del board dirigenziale era presente per calmare le agitatissime acque tra tecnico e squadra.
La situazione odierna, tra le mura di Carnago, chiarisce ulteriormente la situazione caotica che si palesa da diversi mesi a questa parte, nella quale un tecnico, non chiamato per agire da manager, si ritrova, invece, a farlo in tutto e per tutto, anche per mancanza di appoggio e sostegno da parte di una dirigenza inesistente. La verità, come sempre, andrebbe espressa in questi termini: in questa storia, a perderci, è il Milan.
Milan: tutti colpevoli, a modo proprio; lo dimostrano i risultati!
Dall’allenatore, che inevitabilmente prepara l’all in, tra gestione del gruppo in solitaria e destino, ormai, segnato; ai vertici societari, che dimostrano continua inadeguatezza e certificano il fallimento tecnico di una stagione in cui le premesse erano molto diverse, a parole. Infine, ai calciatori, non esenti da colpe, i cui atteggiamenti non sempre sono sinonimo di professionalità e dedizione. Ognuno concentrato direttamente sul proprio ego e pronto a scaricare il barile sull’altro. Nessuno, o quasi, pronto a fare il bene del Milan, che, al contrario, dovrebbe rappresentare la priorità.