Dubitano di Magistrati, Giudici, Direttori Sanitari. Ecco gli “italuni”

Certo che taluni italiani sono talmente strani che potremmo definirli, con un neologismo, “italuni”.

Gli italuni pretendono, giustamente, il rispetto delle norme e delle regole, delle istituzioni e della legalità. Ma solo quando si tratta degli altri, sia chiaro.

Da anni, ormai, prolifera nella “mente” degli italuni una subdola insinuazione, mal celata dall’ormai certo Scudetto del Napoli: Aurelio De Laurentiis, patron del club partenopeo, riuscirebbe – secondo loro – a condizionare le decisioni dei governanti della Repubblica Italiana.

Come? Grazie ad una fantomatica setta formata da eccellenze napoletane che occupano ruoli di rilievo nella società. E queste eccellenze anteporrebbero, secondo gli italuni, il tifo calcistico al benessere collettivo. Ecco che un’Azienda Sanitaria bloccherebbe le trasferte non per il rischio relativo ad una pandemia e per salvaguardare la salute pubblica ma solo perché Zielinski è squalificato. Ecco che un Prefetto della Repubblica sposterebbe la data di un match non per salvaguardare l’ordine pubblico, ma solo perché così la festa sarebbe più bella.

Gli italuni sono fatti così e di speranze ve ne sono poche per un completo recupero, oggi vivono una cassa di risonanza più ampia grazie ai social network (Umberto Eco, ovunque tu sia, la profezia sui social è totalmente compiuta) e fin quando si tratta di suoni emessi a casaccio, per far caciara, passi pure. Ma quando hanno l’appoggio di certi “giornalisti,” gli italuni si sentono accreditati. L’Italia sta vivendo una stagione calcistica importante a livello europeo (in casa nostra, invece, non c’è trippa per gatti da novembre 2022).

Gli italuni, rendendosi ridicoli, sono l’esatto rovescio della medaglia: incarnano a meraviglia lo stereotipo del solito italiano, sprezzante delle istituzioni e complottista. Non piacciono magistrati e giudici. Poi dicono che Napoli è una città anarchica dove non si rispettano le regole. Loro. Gli italuni.