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Ancelotti: “Il Napoli deve lottare fino alla fine. Sul dominio della Juve…”

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Ancelotti

[df-subtitle]Ancelotti: “Qua c’era una chiara identità di gioco. L’unica cosa cambiata a livello tattico è stata la disposizione in fase difensiva, dal 4-3-3 al 4-4-2, che per me è la più efficace”[/df-subtitle]

Carlo Ancelotti torna a parlare della sua esperienza al Napoli e del suo ritorno in Italia, e lo fa in occasione di un’intervista rilasciata a “Il Corriere della Sera“. Sabato pomeriggio gli azzurri hanno superato la Spal per 1-0 grazie alla rete di Albiol sul finire del primo tempo.

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Così il tecnico di Reggiolo: “L’Italia è bellissima, dal punto di vista paesaggistico è il Paese più bello del mondo. Adesso ho avuto la possibilità di visitarla un po’ di più, mi sto riabituando a tanta bellezza. Poi in questo periodo di difficoltà c’è chi vive meglio e chi vive peggio ed un po’ più arrabbiato. Sentivo un discorso di Farinetti, tempo fa: ha detto che noi italiani abbiamo la fortuna di essere nati in Italia. Concordo, dovremmo ricordarcelo. Il dominio Juve può diventare un problema? Direi di no. Il dominio Juve non abbassa la passione degli altri tifosi per la propria squadra, anzi vogliono rompere questa egemonia“.

Prosegue: “La Champions? Passare il turno dipende anche dalla difficoltà del girone, ma i segnali di ripresa ci sono: in campionato c’è una buona qualità di gioco, non eccezionale, ma buona; la Nazionale sta facendo molto meglio, il nuovo corso ha inserito giovani interessanti; c’è più stabilità a livello di Federazione, c’è un nuovo presidente con idee chiare. Il movimento è destinato a crescere. Certo, se ci fosse un incentivo a fare stadi nuovi e a migliorare la cultura dentro gli stadi… Se eravamo dei coglioni se non passavamo il girone? Ma io l’ho detto prima della Stella Rossa: intendevo, saremmo dei coglioni a uscire per un mancato risultato contro la Stella Rossa. Ma noi non siamo usciti da coglioni, abbiamo fatto il massimo e siamo stati in ballo fino all’ultimo contro una squadra veramente forte, il Liverpool, candidata a vincerla la Champions. Come il Psg, il Barcellona e la Juventus, che però ha un ostacolo difficile come l’Atletico Madrid, che nei turni eliminatori ha perso poche volte. Il Real invece è meno competitivo senza Ronaldo“.

Di seguito: “Quale allenatore studierei? Uno che conosco poco, potrebbe essere Klopp o Pochettino, perché Allegri, Simeone, Spalletti, Guardiola so già come lavorano. Ormai ci sono pochi segreti nel calcio, però è sempre interessante vedere come un allenatore si comporta, che impulso dà in un certo esercizio. Non per copiare, che è impossibile, eppure ci sono allenatori che non vogliono far vedere gli allenamenti. Spalletti è un amico, mi è venuto a trovare a Madrid quando era fermo. Abbiamo un bel rapporto, di stima e di affetto. Ma io ce l’ho un po’ con tutti gli allenatori. E poi ora tanti miei giocatori sono diventati allenatori, Gattuso, Pippo, Nesta, Oddo“.

Continua: “Nel Napoli ho inserito le mie idee in modo graduale, non ho mai cercato di forzare le cose. In genere le novità sono ben accette. Qua c’era una chiara identità di gioco. L’unica cosa cambiata a livello tattico è stata la disposizione in fase difensiva, dal 4-3-3 al 4-4-2, che per me è la più efficace. Abbiamo cambiato dopo la Sampdoria e in un periodo in cui giocava la Nazionale, perciò non c’era neanche modo di provare. Mi è bastato parlare con qualche giocatore, Allan e Diawara, mi hanno dato la loro disponibilità e la abbiamo fatta, altrimenti mi sarei fermato. Tant’è che l’abbiamo provata 20 minuti nell’allenamento prima della Fiorentina e basta. L’obiettivo è una squadra che arriva alla fine del campionato lottando“.

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